Google e il suo team di sviluppo stanno lavorando intensamente sulla prossima versione di Android che sarà caratterizzata dalla lettera “P”. Il nome del dolce legato alla P non è ancora noto, ma quello che sappiamo sono i piccoli dettagli sulle caratteristiche del successore di Oreo.

Per quanto ne sappiamo, l’anteprima 1 dello sviluppatore potrebbe uscire a Marzo 2018. In generale, Google avvierà la versione ufficiale di Android intorno ad Agosto 2018, con la versione beta prevista verso Maggio 2018. L’anno scorso, la beta di Google Oreo è stato rilasciato il 21 Marzo, che è stato un passo avanti rispetto all’evento Google I / O 2017.

 

Android P arriverà con tanti miglioramenti

 

Inoltre, il colosso tecnologico ha anche confermato l’evento annuale che si terrà dall’8 al 10 Maggio 2018. Poiché Google sceglie sempre un dolce per la sua versione Android, questa volta la società di Mountain View potrà scegliere qualsiasi cosa tra Pancake, Pie, Peppermint, Ananas o altri. È meglio aspettare fino all’estate quando molto probabilmente, Google svelerà il nome ufficiale legato ad Android P.

Android Oreo: quali sono gli smartphone che riceveranno l'aggiornamento? Ecco la lista

Gli smartphone top di gamma che sono stati rilasciati lo scorso anno riceveranno l’aggiornamento ad Android P, con i dispositivi in ​​arrivo come Samsung Galaxy S9, LG G7, Huawei P20, Sony Xperia XZ Pro, Moto Z3 che riceveranno la versione 9.0 via OTA. Inoltre, anche gli smartphone basati su Android One, incluso lo Xiaomi Mi A1, riceveranno un aggiornamento. Chiaramente non mancherà l’update anche per i Pixel.

Una delle caratteristiche degne di nota che potrebbero diventare effettive in Android P è impedire agli sviluppatori di accedere alle API nascoste o non ufficiali. Se non sei a conoscenza, Android ne ha molte nascoste ed ufficialmente non incluse nell’SDK. Con Android Oreo, gli sviluppatori possono accedere alle API nascoste per abilitare funzioni avanzate o scorciatoie. Visto il crescente interesse, il nuovo Android P dovrebbe anche migliorare l’integrazione con Android Things.

FONTEgizbot
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