Sulla scia del rapporto sulla raccolta dei dati dell’App Store da parte di Apple di qualche giorno fa, arriva una causa contro il colosso di Cupertino per la presunta violazione sulla privacy degli utenti.

Secondo gli istanti, Apple starebbe monetizzando i dati degli utenti senza autorizzazione. Per questo motivo è stata nuovamente citata in giudizio. Scopriamo i dettagli.

 

Apple citata nuovamente in giudizio

Il querelante Elliot Libman ha presentato quella che spera diventerà una causa collettiva contro Apple. La causa sostiene che Apple vuole la privacy dell’utente, perché sa cosa quest’ultimo sta guardando su App Store. La causa sostiene che la ricerca pubblicata a novembre ha incastrato Apple, che “registra, traccia, raccoglie e monetizza i dati analitici, tra cui la cronologia di navigazione e le informazioni sulle attività, indipendentemente dalle garanzie o dalle impostazioni sulla privacy che i consumatori si impegnano a impostare per la loro privacy”.

Alcuni avvocati intervistati da Appleinsider credono che la collina da scalare per vincere la causa sia piuttosto ripida. Non è chiaro se il denunciante o gli avvocati che hanno presentato la causa comprendano la distinzione tra la raccolta dei dati lato server e come funzionano le impostazioni al centro della causa.

Inoltre, la causa sostiene che i dati raccolti generano valori in denaro, ma lo studio citato nella causa si basa sulle vendite di dati, alcuni raccolti da hack e furti. Apple, ricordiamo, specifica di non vendere i dati degli utenti, e non vi sono prove che lo faccia. Come sempre lo scopo della causa è far ottenere rimborsi agli utenti, come strumento di ristoro per il danno subito. Al momento il colosso non ha ancora dichiarato nulla a riguardo.

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