WhatsApp: incubo pedofilia, i messaggi con le vittime direttamente in chat

Codogno diventa di nuovo protagonista suo malgrado a causa di una nuova vicenda che questa volta non riguarda il COVID-19. Secondo quanto riportato dalle ultime notizie, un uomo di cinquant’anni residente proprio nel paesino della provincia di Lodi è stato condannato a 19 anni di carcere. Il motivo è da ricondurre alla violenza sessuale, sostituzione di minore e produzione di materiale pedopornografico.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera si tratta di una fattispecie particolare nella quale la pena risulta tripla rispetto ai sei anni e tre mesi di media che si ricevono per questi reati. L’uomo riusciva ad arrivare alle vittime, sue vicine di casa, mediante WhatsApp fingendosi coetanea delle ragazze. Il profilo fittizio era stato denominato Giulia, proprio come fosse una ragazzina dell’età delle sue vicine di casa. 

 

Quando WhatsApp diventa mezzo di violenza e cattiveria, la storia del pedofilo di Codogno

La tecnica dell’uomo era molto semplice: dare degli ordini da eseguire necessariamente per evitare la pena dell’uccisione dei genitori delle ragazzine. Ovviamente, si presuppone, che questo fine fosse tutta una finta per convincere le vittime a fare quello che il pedofilo voleva.

Le ragazzine in questione, con un’età compresa tra i 10 e i 13 anni, venivano così invitate ad andare a casa sua concedendogli prestazioni sessuali. Queste venivano registrate mediante le telecamere sparse all’interno della sua abitazione. La produzione del materiale avrebbe dunque condotto all’arresto dell’uomo con una condanna aggiunta ad una provvisionale di 100.000 € di danni per le famiglie che si sono costituite in quanto parte civile.

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