Nei negozi, nei musei, negli uffici pubblici, negli studi medici: ormai dovunque si voglia entrare, è necessario passare attraverso il check della temperatura, effettuato con il termoscanner (o termometro a infrarossi).
Eppure, all’inizio della fase 2, alcuni avevano messo in discussione la validità di questo strumento per fornire un’indicazione precisa e puntuale della temperatura corporea di un soggetto, facendo vacillare la sicurezza di chi lo stava già impiegando.
In realtà, si tratta di uno strumento effettivamente valido, che ha un range di accuratezza compreso tra 1 e 1,5°, ma risulta indispensabile possederne uno di buona qualità per essere sicuri che la temperatura letta sia di fatto corrispondente a quella reale.
Termoscanner a infrarossi: come funziona e quali sono i margini di errore
Intervistato dal New York Times, James Lawler, un esperto del Global Center for Health Security dell’Università del Nebraska, ha messo in luce che solitamente questo strumento potrebbe misurare temperature più basse di quelle effettive. Non di molto, certo, ma si tratta di una tendenza comune.
Il funzionamento è semplice: si basa sul principio che qualunque corpo che abbia una temperatura superiore allo zero assoluto (che corrisponde a 0 Kelvin, ossia -273,15°C) emette necessariamente una radiazione termica, che si spande nell’ambiente e che lo strumento rileva. Questa radiazione viene quindi trasformata in segnale elettrico e trasferita in scala di gradi centigradi.
La tolleranza dello strumento risulta essere al 2% considerando l’accuratezza di cui sopra, ma solo nei migliori modelli: la qualità del prodotto è quindi fondamentale per operare una prevenzione adeguata.