A quanto pare Google ha iniziato ad addebitare alle forze dell’ordine un costo specifico per potere accedere alle informazioni degli utenti possessori di un account.
A riportarlo è il New York Times, che ha pubblicato quello che ha la forma di un vero e proprio listino prezzi, con l’elenco degli importi che le forze dell’ordine dovranno corrispondere al colosso informatico in virtù delle informazioni richieste.
Si parte da un minimo di 45 dollari per un avviso di comparizione con la relativa produzione di informazioni basilari, fino ad arrivare a 250 dollari per un mandato di perquisizione con la fornitura di un contenuto con all’interno info su comunicazioni, registrazioni e altre informazioni legate all’account Google dell’utente.
Una decisione perfettamente in regola e con la sua utilità
È una scelta perfettamente conforme alle leggi federali, le quali consento di addebitare i costi sostenuti dalle aziende, in questo caso Google, per la produzione e la fornitura dei dati.
Questo dettaglio rivendica una sua utilità, dal momento che fa da diga al possibile abuso di questa possibilità, che sfocerebbe appunto in un costante controllo effettuabile dai governi sugli utenti, che ovviamente andrebbe a ledere la privacy degli stessi.
Le nuove commissioni perciò saranno utili a recuperare i costi aziendali necessari a soddisfare l’enorme mole di richiesta, ma allo stesso tempo scoraggeranno i governi ad abusare di tale potere e limitarsi ai casi veramente di primaria importanza.
Ovviamente anche Google deve seguire una legge morale dietro le proprie politiche aziendali, in modo tale che queste commissioni non diventino pura speculazione fonte di profitto.
Ecco perchè in determinati casi non verranno addebitati costi ai governi, nello specifico in casi inerenti azioni legali atte a tutelare la sicurezza dei bambini.
Google ha sicuramente avuto una brillante idea non c’è che dire, infatti è riuscita con la sua politica a rendersi disponibile ad aiutare le forze dell’ordine ma allo stesso tempo a prevenire ogni tipo di minaccia alla privacy.