Amazon

Ricorderete sicuramente tutti le battaglia su Uber e Airbnb della sindaca di Parigi, Anne Hidalgo. Ora sembrerebbe aver preso di mira anche la piattaforma di e-commerce più conosciuta al mondo, parliamo ovviamente di Amazon.

Dobbiamo purtroppo mettere un momento in secondo piano il Black Friday che si sta svolgendo sulla piattaforma per parlare di questo nuovo “problema”. Secondo la sindaca nominata precedentemente, la piattaforma genererebbe precarietà ed inquinamento, dovuto alle migliaia di consegne effettuate con i camion. Secondo la sindaca della capitale francese, chi inquina è giusto che paghi. Ecco tutti i dettagli.

 

Amazon presa di mira dalla sindaca di Parigi, “chi inquina deve pagare”

La sindaca di Parigi, Anne Hidalgo ha appena proposto due misure per controllare e tassare le consegne della piattaforma di e-commerce Amazon. La giunta attuale, a tradizione socialista, ritiene che il boom delle consegne online producano precarietà ed inquinamento nella propria città. In un intervento pubblicato dall’assessore dell’urbanistica, Jean-Louis Missika si legge: “La legge deve autorizzare le collettività ad introdurre un eco-canone da imporre sulle consegne a domicilio, secondo il principio: Chi inquina, paga“.

Il colosso guidato da Jeff Bezos sarebbe il primo di tanti obiettivi di questa disposizione, all’interno della dichiarazione vengono infatti menzionate anche altre piattaforme importanti come Uber Eats. I firmatari della dichiarazione desiderano limitare il numero di consegne giornaliere a domicilio, proprio per evitare di inquinare, nonostante la piattaforma stia da tempo utilizzando, soprattutto nelle grandi città, del camion elettrici.

Hanno affermato che, in certi quartieri dovrebbero “essere possibili solo ad alcune ore e bisognerà prenotare preventivamente la propria consegna“. Potrebbero anche essere messe a disposizione due pattuglie della polizia municipale che controllerebbero i movimenti e le consegne della piattaforma. Qualche giorno fa, un rapporto delle Ong Les Amis de la Terre, denunciava “l’impunità fiscale, sociale e ambientalista” della piattaforma. Arrivati a questo punto non ci resta che attendere una risposta da quest’ultima.

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