La proposta arriva dai membri del Parlamento Europeo: smartphone con batterie sostituibili e che durano molto di più della media attuale. Si combatterebbe così l’obsolescenza programmata di molte case produttrici, sia sotto il profilo hardware che software. La proposta riguarda tutti i dispositivi elettronici, con ogni categoria avente delle regole ben precise da rispettare.
Nella fattispecie, si sono presi in considerazioni molti aspetti negativi legati all’utilizzo di smartphone et similia. Spesso è difficile riparare pezzi singoli di smartphone o altri dispositivi elettronici, costringendo gli utenti a sostituire l’intero telefono. Imponendo un veto alle case produttrici si potrebbe così risparmiare sul processamento dei rifiuti elettronici, particolarmente onerosi dal punto di vista del riciclaggio dei componenti.
Smartphone più duraturi e facili da riparare, ecco la proposta del Parlamento Europeo
Sono sette i punti che il i membri del Parlamento Europeo hanno presentato alla Commissione:
- Prodotti robusti, facilmente riparabili e di buona qualità:”criterio di resistenza minima” da stabiliare a seconda della categoria di appartenenza
- Se una riparazione richiede più di un mese, la garanzia dovrebbe essere estersa per la durata esatta della riparazione
- Gli Stati Membri dovrebbero incentivare prodotti riparabili e duraturi, potenziando il settore delle riparazione e delle vendite dell’usato – questa prassi potrebbero creare nuovi posti di lavoro e ridurre considerevolmente la spazzatura elettronica
- I consumatori dovrebbero avere l’opzione di poters affidare ad un riparatore indipendente: soluzioni software, tecniche o di sicurezza che prevengono la riparazione dall’essere fatta da soggetti terzi non approvati da entità o aziende dovrebbe essere scoraggiata
- Componenti essenziali, come le batterie e i LED, non dovrebbero essere integrati totalmente all’interno dei prodotti, a meno che non sia per ragioni di sicurezza
- Pezzi di ricambio che sono indispensabili per l’uso corretto e in sicurezza dei prodotti dovrebbero essere resi disponibili “ad un prezzo commisurato alla natura e al ciclo di vita dei prodotti”
- Definire “obsolescenza programmata” secondo l’Unione Europea, e adottare un sistema che possa testare e riconoscere quando essa è insita in un prodotto già in fase di design
Se fossero integrate in un testo di legge, ognuna di queste proposte farebbe la felicità di ogni consumatore, ma sopratutto dell’ambiente. Purtroppo, ci saranno dall’altra parte le case produttrici ad accampare scuse e a scoraggiare la completa implementazione delle proposte in un testo di legge. E’ una buona notizia però sapere che il Parlamento Europeo ha a cuore non solo i diritti consumatori, ma anche l’impatto dei prodotti tecnologici sull’ambiente e le pratiche scorrette messe in atto dalle aziende produttrici.
L’Unione Europea si è sempre dimostrata sensibile ai diritti dei suoi cittadini, specialmente in ambito informatico. Come le sue battaglie per il rispetto della privacy e dei dati personali da parte delle multinazionali. O con l’abbattimento dei costi superflui che ingrossano solo le tasche senza un vero e proprio servizio, come l’eliminazione dei costi di roaming in vigore dallo scorso mese.