È servito un gran lavoro di ricerca e sviluppo prima che Samsung arrivasse a degli smartphone pieghevoli, intrinsecamente più delicati di quelli “tradizionali”.

Samsung ha sottolineato i progressi fatti negli anni, e per ribadire la cura progettuale e costruttiva dell’ultima generazione di pieghevoli è stato realizzato un dietro le quinte sulla loro realizzazione, con passaggi costruttivi e test di resistenza.

 

Ecco come Samsung testa i propri pieghevoli

Il colosso ha recentemente pubblicato un video sul proprio canale YouTube dove in due minuti si ripercorrono i passaggi costruttivi principali e mostra alcuni dei test di resistenza a cui vengono sottoposti per dimostrare di essere pronti all’incontro con i clienti. A dire il vero il video si concentra sul solo Galaxy Z Fold 4, ma alla fine della clip, quando si passa al test di resistenza alle immersioni, c’è anche un Galaxy Z Flip 4, la cui presenza suggerisce che gli stessi passaggi e che le medesime sfide, come del resto è intuibile, riguardano entrambi e non solo uno dei due.

Il video si apre con dei robot intenti ad accoppiare con precisione superficie posteriore e telaio. Poi i passaggi in cui c’è da valutare la funzionalità dei diversi componenti, ad esempio il touch o i sensori di prossimità, i test per il modem, per le fotocamere e per la ricarica wireless, infine si procede con una serie di test di resistenza.

Il primo riguarda la resistenza all’acqua post assemblaggio, poi delle braccia meccaniche aprono e chiudono ripetutamente il Fold per saggiare la capacità di cerniera e display di digerire le sollecitazioni ripetute, dei pistoni azionano i tasti fisici laterali per simulare mesi, anni, di utilizzo, e infine si procede con l’acqua in pressione. Ricordiamo che i Galaxy Z di quarta generazione non sono resistenti alla polvere mentre lo sono all’acqua secondo lo standard IPX8, cioè possono essere immersi in acqua dolce fino a 1,5 metri per 30 minuti al massimo.

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