Spinaci ritirati dal mercato: terrore e persone all'ospedale

Porre molta attenzione a quello che si mangia ogni giorno risulta fondamentale anche se nessuno o quasi lo fa. Diverse persone quando acquistano qualcosa non controllano i valori alimentari ma soprattutto il luogo di provenienza di un determinato cibo. Diversi prodotti infatti spesso finiscono per procurare problemi difficilmente risolvibili alle persone che li acquistano, proprio come accaduto durante le scorse settimane. Esattamente sette giorni fa si è diffuso un allarme soprattutto in Campania, dove sarebbero intervenute le autorità in seguito ad alcune intossicazioni.

L’allerta ha riguardato un avvelenamento vegetale, proprio come reso noto sul portale del ministero della salute. Un lotto di spinaci appartenenti al marchio “Il Gigante”, sarebbe stato infatti richiamato proprio in via precauzionale a causa di una sospetta contaminazione da mandragora. Le foglie velenose della pianta infatti sarebbero molto simili a quelle degli spinaci, e proprio per questo motivo sarebbero state confuse con la celebre verdura. L’invito è stato quindi quello di evitare il consumo del prodotto riportandolo in negozio.

 

Intossicazione da spinaci: a quanto pare non si trattava della mandragora

Il lotto proveniente da Avezzano, venduto in Campania, avrebbe visto l’intossicazione di oltre 10 persone è finita in ospedale. La prima ipotesi è stata proprio che questa partita di spinaci fosse finita sul mercato campano. In realtà poi è venuto fuori che non era a causa della mandragora che le persone si erano sentite male, ma per colpa della presenza di stramonio.

Queste le parole da parte del presidente della commissione regionale Agricoltura, Francesco Emilio Borrelli: “Dall’audizione che abbiamo tenuto oggi – ha detto il consigliere regionale – è emerso un elemento assolutamente nuovo: sembra non essere mandragora come inizialmente si era ipotizzato, ma si tratterebbe potenzialmente di stramonio. L’Istituto zooprofilattico, la Asl e le associazioni dei consumatori e degli agricoltori hanno fatto una verifica tutti insieme e ci siamo aggiornati a quando l’istituto zooprofilattico e l’osservatorio agroalimentare saranno in grado di darci il risultato finale“.

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