Malgrado un primo trimestre chiuso con buoni risultati, Amazon si trova a fare i conti con un rallentamento che preoccupa analisti e mercati. I ricavi totali tra gennaio e marzo 2025 hanno raggiunto i 155,7 miliardi di dollari, con una crescita del 9% rispetto all’anno prima. Un dato positivo, ma che segna comunque la performance più bassa dal periodo della pandemia in poi. Il CEO Andy Jassy ha mostrato fiducia, sottolineando i progressi tecnologici e il debutto dell’innovativo assistente vocale Alexa+ basato sull’IA generativa. La risposta degli investitori però non è stata esattamente “entusiasmante”. Le azioni del colosso di Seattle hanno infatti registrato un calo subito dopo la pubblicazione del report finanziario.
Il futuro di Amazon: ecco cosa ci si aspetta
Più che i numeri attuali, a pesare sono le prospettive future. Il timore di una nuova fase di tensioni commerciali alimentata dalle politiche tariffarie del presidente Trump getta alcuni dubbi sull’andamento dei prossimi mesi. Jassy ha ammesso che l’incertezza legata ai dazi potrebbe danneggiare la competitività della piattaforma, in particolare per quanto riguarda i costi di importazione. A tal proposito, una recente polemica legata a un presunto aumento dei prezzi su Amazon, rivelatasi infondata, ha acceso i riflettori sul clima di instabilità che circonda l’azienda. Intanto, le varie aree del business mostrano andamenti differenti. Ovvero mentre il mercato nordamericano ha registrato 92,9 miliardi di dollari (+8%), il resto del mondo cresce solo del 5%. Ottimo il risultato della divisione cloud AWS, che con 29,3 miliardi di dollari e un aumento del 17% si conferma tra i motori principali del gruppo.
Le previsioni per il secondo trimestre sono all’insegna della cautela. Amazon stima ricavi tra i 159 e i 164 miliardi di dollari, mentre il reddito operativo potrebbe oscillare tra i 13 e i 17,5miliardi. Un segnale evidente che il contesto macroeconomico, influenzato da inflazione, tassi di interesse e dinamiche geopolitiche, sta rendendo sempre più difficile fare previsioni affidabili. Insomma, in un simile contesto, anche un gigante come Amazon si scopre vulnerabile.