ChatGPT, i truffatori hanno raggiunto anche l'impenetrabile intelligenza artificiale

L’app di ChatGpt, disponibile da pochi giorni negli Stati Uniti, è già diventata un bersaglio per i truffatori che cercano di sfruttare la sua popolarità per ingannare gli utenti e ottenere guadagni in maniera fraudolenta. Gli esperti di sicurezza di Sophos hanno rilevato diverse applicazioni sugli store di Apple e Google che promettono funzionalità simili a quelle di ChatGpt in cambio di un abbonamento.

ChatGPT: come agiscono i truffatori?

Queste applicazioni, note come “fleeceware“, sfruttano i meccanismi di acquisto in-app dei negozi digitali per truffare gli utenti. Se scaricate, queste applicazioni fasulle promettono l’accesso alla piattaforma attraverso prove gratuite e, successivamente, addebitano senza preavviso costi aggiuntivi per abbonamenti ai quali l’utente non si è iscritto intenzionalmente. Queste app si rivelano difficili da eliminare e inducono le vittime a pagare una tariffa settimanale o mensile.

I truffatori utilizzano anche tattiche ingannevoli come errori di battitura, recensioni false e annunci fuorvianti per attirare e fidelizzare gli utenti. Tra le app truffaldine sono state individuate “Chat Gbt” e “Genie”. Queste app non hanno nulla a che fare con OpenAI o ChatGpt e violano i termini di servizio di OpenAI.

“Diversi annunci per questo tipo di applicazioni sono su piattaforme di social media dove è economico fare pubblicità, a volte usano tattiche come errori di battitura nel nome – chiamando l’applicazione ‘Chat Gbt’ o altro – per escludere le persone che potrebbero essere un po’ più esperte”, spiega Sean Gallagher, ricercatore senior sulle minacce di Sophos.

È fondamentale che gli utenti siano consapevoli di queste truffe e verifichino attentamente le applicazioni prima di scaricarle o acquistarle.

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