Il rischio inquinamento aumenta inesorabilmente giorno dopo giorno. La paura è salita nel momento in cui l’Agenzia europea per l’ambiente ha attestato che l’Italia è tra i peggiori Paesi per quanto concerne i decessi legati a emissioni contaminanti (PM2.5, NO2 e O3)

Nello specifico, nel nostro Paese si sono verificato un quarto delle morti premature riconducibili all’inquinamento di tutto il Vecchio Continente. Scopriamo nel dettaglio i dati sull’inquinamento e le morti ad esso correlate.

 

 

Inquinamento, l’Italia e l’Europa rischiano sul serio

Il nostro Paese è terzo dopo Austria e Spagna per numero di ricoveri ospedalieri dei cittadini over 65 con malattie respiratorie riconducibili alle emissioni di O3.

E non solo: delle circa 311.000 persone decedute prematuramente in tutta Europa nel 2020 per via dei tre agenti inquinanti nella lente d’ingrandimento dello studio, più di 70.000 sono situati proprio in Italia. E per concludere, abbiamo il primato assoluto per quanto concerne le morti da PM 2.5 e da O3, e secondi per quelle riconducibili all’NO2.

Anche se il tasso di mortalità è ancora molto alto, pare che dal 2005 le cose stiano progressivamente migliorando grazie all’impegno dei Paesi membri. Ma perché quindi ci sono ancora questi livelli insostenibili di inquinamento? Probabilmente, come ricorda la EAA, è a causa di attività umane che ben conosciamo.

 

Le principali cause di morti premature

Tra questi c’è al primo posto l’agricoltura, nello specifico gli allevamenti intensivi, che hanno un abnorme impatto di ammoniaca e metano. Di fatto, nel 2020 questo settore è stato responsabile rispettivamente del 94% e del 56% delle emissioni totali europee.

Tuttavia, rimane assolutamente prioritario per l’Europa il piano “emissioni zero“, sia per la salute dell’ambiente ma soprattutto per quella delle persone. Continuare a respirare aria inquinata ci espone costantemente al rischio di incappare in brutte malattie respiratorie e cardiovascolari. Inoltre, sempre secondo la EAA, almeno l’1% dei casi di cancro in Europa sarebbe dovuto proprio all’inquinamento atmosferico.

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