Facebook e Cambridge AnalyticaLa società di consulenza Cambridge Analytica fa ancora parlare di se e questa volta un nuovo polverone è stato alzato dall’emittente televisiva londinese Channel 4. Secondo un suo rapporto infatti, si evincerebbe che la società britannica non abbia ancora cancellato i dati di circa 136’000 utenti. Questa loro azione andrebbe contro quello che loro stessi affermarono nell’ormai lontano dicembre del 2015, quando Cambridge Analytica informò Facebook di aver cancellato i dati raccolti di circa 50 milioni di utenti.

Fonti vicine a Cambridge Analytica hanno riferito a esponenti di Channel 4 che le informazioni personali di circa 136’000 persone, per lo più residenti nello stato del Colorado, negli USA, sarebbero ancora in circolazione e che quindi potrebbero essere ancora utilizzate per scopi non del tutto leciti. Ad aggravare ancora di più la situazione è che nella realtà non si sa ancora quante persone abbiano accesso a questi dati, e soprattutto chi. Infatti come è stato già reso noto, queste informazioni possono essere utilizzate per scopi che vanno dal prevedere o indirizzarci verso determinati acquisti, fino a pronosticare e influenzare un eventuale voto elettorale.

Tutto questo, mette sicuramente in difficoltà il fondatore del noto social network, Mark Zuckerberg, che già sta affrontando una serie di problemi, sia finanziari, come il recente crollo in borsa di circa il 6% a seguito dello scandalo, ma anche di immagine, dato che moltissime persone reputano la loro privacy un aspetto fondamentale e che sono rimaste molto deluse dalla gestione di quest’ultima da Facebook. Persone molto in vista come Elon Musk si sono “ribellate” a questa mala gestione, infatti egli ha cancellato dal social network le pagine di SpaceX e Tesla, aziende da lui stesso fondate.

Facebook e Cambridge Analytica, addio privacy e dati

Da parte sua, Cambridge Analytica continua a sostenere di aver cancellato tutti i dati degli utenti raccolti tramite l’app “thisisyourdigitallife”, app che sottraeva una grande quantità di informazioni sugli orientamenti degli utenti, proponendo una serie di quiz. Infatti un suo portavoce, in risposta all’inchiesta di Channel 4, ha riferito che quei dati non sono mai stati inviati a parti terze e che sono stati cancellati nel 2015. Forse Facebook doveva controllare in modo più approfondito se Cambridge Analytica stesse dicendo il vero.

Le posizioni di Cambridge Analytica e di Facebook sono comunque sempre più precarie e difficilmente, ad oggi, si può riuscire a stabilire effettivamente di chi sia la colpa, anche perché emergerebbe che entrambe le società abbiano fatto nel tempo dei passi falsi. Risulta infatti che il primo contratto che Cambridge Analityca aveva stipulato con Facebook rispettasse le norme sulla privacy e infatti non si faceva alcun riferimento alla diffusione dei dati degli utenti a terze parti, ma nella seconda versione del contratto, la società di consulenza aveva chiesto esplicito permesso di raccogliere i dati, archiviarli, diffonderli, distribuirli o utilizzarli. Questi dati infatti sono stati utilizzati con l’obbiettivo di influenzare la campagna elettorale della Brexit e delle elezioni americane che hanno visto trionfare Trump.

Risulta quindi che Cambridge Analytica abbia violato il regolamento sulla privacy imposto da Facebook, ma Facebook non ha fatto nulla per impedirlo dato che, a quanto parte, ha comunque accettato l’aggiornamento del contratto. Sicuramente la vicenda di Cambridge Analytica porterà ancora delle conseguenze.

 

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