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Uno dei video di propaganda terroristica dell’Isis

Google, Facebook e Youtube si sono coalizzate per combattere l’Isis: le piattaforme social più famose del mondo hanno deciso di ideare una tecnologia capace di bloccare ed eliminare definitivamente i contenuti violenti e terroristici, come ad esempio i filmati delle decapitazioni, diffusi dall’Isis.

Questa scelta potrebbe essere la risposta a un appello del presidente degli Stati Uniti Barack Obama e secondo indiscrezioni, la tecnologia da mettere in campo sarebbe simile a quella già usata per la localizzazione e la rimozione dei contenuti coperti dal diritto d’autore: il sistema usato da Google, YouTube e Facebook, infatti, metterebbe a confronto tutti i video pubblicati online con un database di immagini già archiviate come proibite.

I tre colossi dei social network intervengono così per contrastare la propaganda pro-Jihad che ormai da moltissimo tempo ha preso piede su Internet. Recentemente proprio Google, Facebook e Twitter sono stati accusati, dal padre di una delle vittime degli attentati di Parigi, di aver consentito la diffusione di contenuti di propaganda terroristica sui propri circuiti.

Per contrastare la radicalizzazione online dei contenuti diffusi online dall’Isis e dai suoi seguaci, anche Twitter nell’ultimo periodo ha deciso di bloccare decine di migliaia di account riconducibili a jihadisti dello Stato Islamico. E proprio Jack Dorsey, fondatore di Twitter, insieme al Ceo di Facebook Mark Zuckerberg, sono finiti nel mirino dell’Isis a febbraio scorso. I due leader sono, infatti, apparsi in un video di 25 minuti del Sons Caliphate Army in cui le loro immagini vengono bruciate e perforate da proiettili.

Una guerra parallela contro l’Isis, inoltre, la sta conducendo anche Anonymous: un po’ di tempo fa, infatti, è stata capace di violare molti account legati all’IS, anche se il lavoro più incisivo è stato fatto in seguito alla strage di Orlando quando numerosi profili Twitter a favore dell’Isis sono stati hackerati. In quel caso al posto della propaganda terroristica sono comparse bandiere multicolore e messaggi sul gay pride.

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