Nessuno ci avrebbe mai pensato ma Samsung starebbe per intervenire per quanto concerne il settore dell’intelligenza artificiale. L’equilibrio con Google potrebbe dunque essere totalmente rielaborato in quanto il colosso sudcoreano si troverebbe in trattativa avanzata con Perplexity AI, una delle startup emergenti più dinamiche nel campo delle tecnologie di ricerca basate sull’intelligenza artificiale.
Un’integrazione che guarda al 2026
L’accordo, qualora andasse in porto, prevederebbe l’integrazione nativa delle tecnologie sviluppate da Perplexity nei futuri dispositivi Galaxy, potenzialmente a partire dalla gamma Galaxy S26 attesa per gennaio 2026. Le soluzioni AI dell’azienda americana potrebbero così affiancare o persino sostituire alcune funzioni offerte da Gemini, l’assistente Google già presente su numerosi smartphone Samsung.
Nuovi equilibri tra autonomia e cooperazione
Nonostante la storica partnership con Google, Samsung sembra sempre più intenzionata a diversificare i propri servizi digitali. Dopo le indiscrezioni su Samsung Auto, un possibile rivale diretto di Android Auto, l’interesse per Perplexity conferma la volontà di esplorare strade autonome nel campo dell’AI e dell’interazione vocale. Le fonti indicano anche la possibilità che le tecnologie Perplexity vengano incorporate in Bixby e nel browser Samsung Internet, ampliandone le capacità.
L’intesa non si limiterebbe all’integrazione software. Il colosso asiatico sarebbe pronto a mettere mano al portafogli con nuovi investimenti che andrebbero direttamente all’interno della startup, con una somma di circa 500 milioni di dollari. La volontà è quella di aumentare la valutazione di Perplexity portandola a 14 miliardi di dollari. È proprio in questo modo che Samsung andrebbe a rafforzare il legame con questo ormai famoso esponente del mondo dell’intelligenza artificiale.
Per Google, si tratterebbe di un segnale da non sottovalutare. Samsung è il più grande produttore al mondo di smartphone Android, e un suo spostamento verso soluzioni AI alternative potrebbe aprire la strada a una nuova fase di concorrenza interna all’ecosistema Android. Ovviamente bisognerà ottenere nuove informazioni per confermare tutto ciò, ma a quanto pare il matrimonio s’ha da fare.