Honor, logo, Huawei, GMS, HMS, Android 11, Android 12, EMUI 11, HarmonyOS

Recentemente è arrivata la conferma che Huawei ha ceduto la propria controllata Honor ad una cordata di investitori cinesi. Il sub-brand del colosso cinese è diventato quindi totalmente indipendente e pronto a percorrere la propria strada.

Nel corso di questi anni, Huawei ha sempre cercato di far crescere Honor. Il brand è diventato il punto di riferimento per gli utenti che cercavano prodotti interessanti ad un prezzo contenuto. Il vantaggio principale era legato anche allo scambio di tecnologie tra i due brand.

Con l’indipendenza di Honor adesso si apre uno scenario del tutto nuovo. Non è chiaro ancora come si comporterà la nuova governance e che tipo di strategie cercherà di adottare. Una cosa è certa, che il brand adesso potrà osare e cercare una propria strada.

Cosa farà Honor ora che non è più di Huawei?

Un primo importante passo potrebbe essere il ritorno ai Google Mobile Services. L’ultimo periodo è stato caratterizzato dall’arrivo del Ban e di conseguenza dei Huawei Mobile Services. Tuttavia, ora che le due aziende sono separate, Honor potrebbe chiedere ed ottenere di tornare a collaborare con le aziende Americane.

Questo implica anche la possibilità di vedere dei SoC realizzati da Qualcomm sui device Honor. In passato sono stati realizzati smartphone caratterizzati da processori della famiglia Snapdragon. Questa scelta potrebbe anche ripetersi in futuro.

Altro elemento chiave è l’interfaccia utente proprietaria da usare sui propri dispositivi. Al momento Honor utilizza la Magic UI che possiamo ritenere a tutti gli effetti una versione personalizzata delle EMUI di Huawei. In futuro il brand potrebbe mantenere il nome ma differenziarla sempre di più o addirittura cambiare totalmente nome per rompere con il passato. Ovviamente, se dovessero tornare i GMS arriverebbe anche una versione ufficiale di Android con tutte le feature realizzate a Mountain View.

Articolo precedenteNvidia RTX 3060 Ti: trapelate nuove immagini della GPU
Articolo successivoContagi oggi 22/11/2020: scendono a 28’337 con 188’747 tamponi