Le attuali connessioni a banda larga basate su un’infrastruttura a fibra ottica classica consentono una trasmissione dati nell’ordine di decine di Gigabit di dati al secondo, a quanto pare i ricercatori delle università australiane Monash, Swinburne e RMIT hanno deciso di voler segnare una svolta, infatti per la prima volta, tramite un loro studio e l’utilizzo di un nuovo chip chiamato micro-pettine, in grado di sostituire 80 laser, sono riusciti a raggiungere una velocità di rete di 44,2 terabit al secondo.

Il dispositivo in questione (micro-pettine) è stato inserito all’interno di un’infrastruttura di rete preesistente e sottoposto a stress di carico.

Ecco i dettagli

È la prima volta che un micro-pettine viene adoperato per un test sul campo e si trova a gestire la più alta quantità di dati mai prodotta da un chip ottico.

Tutto ciò dimostra come le attuali infrastrutture a fibre ottiche abbiano un potenziale enorme in termini di trasmissione dati, potenziali limitato però dal collo di bottiglia degli attuali laser utilizzati.

Per capire meglio l’impatto dei micro-chip a pettine sull’ottimizzazione dei sistemi di comunicazione, i ricercatori hanno installato tra la Melbourne City Campus della RMIT e il Clayton Campus della Monash University ben  76,6 km di fibre ottiche, in cui hanno impiantato questi nuovi chip in grado di trasmettere tramite dei laser infrarossi, ognuno dei quali utilizzabile come canale indipendente.

Tutto ciò ha permesso di trasmettere  il massimo dei dati su ciascun canale, simulando un uso di picco su una larghezza di banda di ben 4 THz.

L’obbiettivo dei ricercatori è quello di produrre dei chip implementabili a basso costo che, inizialmente troveranno impiego nelle comunicazioni ad altissima velocità tra data center, ma che in seguito poi potranno essere inseriti anche a livello commerciale.

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