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Una task force guidata da Vittorio Colao sta mettendo a punto le strategie per far sì che l’Italia possa riaprire le imprese dal prossimo 4 maggio. Tra i possibili strumenti, oltre a un’app per il tracciamento dei cellulari, si parla di un nuovo modulo digitalizzato di autocertificazione degli spostamenti.

Invece, l’utilizzo di una nuova applicazione consentirebbe di arginare ancora di più la circolazione dei cittadini che sono malati o sono stati esposti al Coronavirus. Come riporta il Corriere della Sera, anziché violare numerosi norme a difesa della privacy, si potrebbe creare archivio telematico in cui i cittadini riversano i dati e la propria situazione sanitaria tramite il download dell’app.

 

L’autocertificazione digitale e le nuove regole per spostarsi

Il download dell’app dovrebbe essere volontario e si avvale della tecnologia del Bluetooth per rilevare gli incontri delle persone: in caso di positività di un individuo nelle vicinanze, l’app avviserà i cittadini geolocalizzati nell’area, senza però indicare i dati del malato.

Per quanto riguarda invece la cosiddetta fase 2 e 3 della riapertura, le attività potrebbero sperimentare nuovi spazi di lavoro, turni alternati e tanto smart working privilegiato alla presenza in azienda. Come dettame principale bisognerà rispettare il distanziamento sociale di almeno un metro, e va da sé che gli uffici dovranno fornire un’autocertificazione che garantisca la sicurezza.

Ma anche negozi, bar e ristoranti potrebbero riaprire, a patto che possano a loro volta garantire la distanza tra le persone accogliendo pochi clienti nello stesso momento. Per il post emergenza quasi sicuramente sarà necessario continuare ad indossare guanti e mascherine, nonostante gli esperti non abbiano ancora sciolto le loro riserve in merito.

Ad ogni modo le prime proposte ipotizzate in questi giorni saranno presto messe nero su bianco dalla task force guidata da Colao.

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