malware AndroidSecondo i rapporti dei ricercatori di sicurezza G DATA, su Android convergono ogni giorno 12.000 malware particolarmente dannosi per smartphone e tablet a marchio Google. Il rapporto non specifica in chiaro se le minacce provengano direttamente dal Play Store, ma è stato davvero un anno orribile per la nostra sicurezza. La situazione peggiora di giorno in giorno.

 

Android: un anno da dimenticare per la sicurezza

Dopo la notizia che ha riportato la presenza di un pericolosissimo spyware bancario siamo di nuovo qui a discutere di sicurezza Android. Applicazioni che spiano dati sensibili, come ad esempio le chat Whatsapp, stanno intensificando la loro presenza. Si teorizza la presenza di malware sempre più sofisticati, in grado di bypassare con una certa facilità le contromisure previste dal sistema Google Play Protect.

L’analisi datata settembre 2018 ha classificato 3,2 milioni di campioni malware per Android. Rispetto al 2017 la crescita delle infezioni ha fatto registrare un incremento pari al 40%, con i primi nove mesi dell’anno che hanno eguagliato il dato dell’intero 2016.

Una situazione che, causa deframmentazione del sistema, si aggrava in luogo della mancanza di un sistema rapido di aggiornamento. Android è sicuro? Questa la domanda che governa il nuovo rapporto di sicurezza diramato dagli autori. Il sistema è sempre più diffuso e, al pari di Windows, cade sempre più al centro dell’interesse hacker. Si spara alla cieca, nella speranza di colpire il bersaglio.

L’ampia diffusione del sistema genera una grande varietà di minacce, la cui efficacia distruttiva raggiunge l’apice verso quei telefoni che non possono permettersi un adeguato livello di protezione. Il problema non riguarda solo il sistema degli aggiornamenti, ma coinvolge anche il kernel Linux. Tanto problematico che Greg Kroah-Hartman di Linux-Foundation conferma:

“A meno che non si abbia l’ultimo Google Pixel è impossibile ritenersi immuni alle minacce”

Se ne deduce che chi non può permettersi l’aggiornamento di sicurezza si espone a serie conseguenze. All’aggressore basta scoprire quali siano le vulnerabilità, per poi sfruttarle verso chi non può garantirsi l’immunità.

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