Tim denuncia IliadTIM sta utilizzando tutti i mezzi possibili per mettere i bastoni tra le ruote a Iliad che, dal suo ingresso, ha causato numerose perdite all’operatore e agli altri rivali. Dopo la denuncia esposta riguardo gli spot pubblicitari ingannevoli, TIM afferma che l’operatore non rispetta le leggi antiterrorismo e richiede provvedimenti.

Iliad viola le norme antiterrorismo! TIM espone una nuova denuncia nei suoi confronti.

Risale a qualche giorno fa l’ultima notizia che vedeva Vodafone e Tim totalmente schierate contro Iliad. I due gestori hanno esposto denuncia contro l’operatore dichiarando che i suoi spot pubblicitari sono “ingannevoli e poco chiari” e hanno richiesto l’intervento del Giurì, il quale ha costretto Iliad a sospendere qualsiasi spot entro 7 giorni. Non è tutto poiché TIM ha deciso di contrastare nuovamente l’operatore con un’altra denuncia che potrebbe creare problemi ben più seri.

TIM ha dichiarato che l’operatore non rispetta le leggi antiterrorismo poiché chiunque può ottenere una SIM attraverso i distributori automatici anche se l’intestatario non corrisponde. Il gestore ha fornito una testimonianza secondo la quale un uomo ha acquistato una SIM inserendo i dati anagrafici di una donna e la carta di credito di una terza persona ed è stato quindi richiesto l’intervento di diversi enti. Tra questi: il Ministero degli Interni, la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, la Polizia Postale e la Direzione Generale per i Servizi di Comunicazione del Ministero dello Sviluppo economico.

I provvedimenti saranno presto attuati ma è comunque evidente lo scopo di TIM.

Iliad ha sconvolto le compagnie telefoniche italiane ottenendo un gran numero di utenti. I gestori continuano a competere con la presentazione di offerte economiche e convenienti ma Vodafone e Tim hanno deciso di utilizzare mezzi più forti.

Articolo precedenteApple: il prossimo iPhone potrebbe presentare un display edge-to-edge in vetro
Articolo successivoBlackBerry KEY2 Lite, spunta un’immagine di come dovrebbe essere: quello che sappiamo