Il 12 giugno potrebbe diventare una data storica per la mobilità. Secondo Bloomberg, Tesla avvierà ad Austin il suo primo servizio di robotaxi completamente autonomo. Dopo anni di attese, rinvii e promesse, arriva la conferma. A circolare saranno dieci SUV Model Y, attivi solo in aree sicure e con utenti selezionati. Nessun accesso al pubblico, almeno per ora. I veicoli non avranno un conducente a bordo, ma saranno monitorati da remoto dalla California. Il CEO Elon Musk ha parlato di una crescita “rapida ma prudente”, pur ammettendo che le sue stime passate sono spesso risultate troppo ottimistiche. Il tempo intanto stringe sempre di più. Tesla ha bisogno di dimostrare che la guida autonoma non è solo una promessa.
Non è però la prima volta che robotaxi girano per Austin. Waymo, di Alphabet, principali rivali dei robotaxi Teesla, è già presente con la sua flotta di SUV Jaguar I-Pace. La società ha superato le 250.000 corse settimanali in totale autonomia, toccando anche Phoenix, San Francisco e Los Angeles. Tesla arriva in ritardo, ma con una plus che nessuno ha e cioè milioni di auto già in strada con il software FSD. Se il sistema funziona, la scalabilità potrebbe essere fulminea. Non tutto è però sotto controllo. Mancano dati pubblici affidabili sul Full-Self Driving. Gli incidenti legati agli ADAS sviluppati dall’azienda, alcuni fatali, lasciano ombre pesanti.
Tensione altissima per i veicoli autonomi: Tesla ce la farà?
Il Texas, e in particolare Austin, si confermano terreni fertili per la sperimentazione. Le leggi statali non impongono limiti rigidi ai veicoli autonomi. Tesla, tuttavia, non risulta ancora registrata ufficialmente come operatore AV nella città. Nel frattempo, una task force municipale osserva tutto da vicino. L’idea di auto senza conducente affascina e inquieta. Sarà davvero il momento giusto? La guida autonoma ha promesso molto e mantenuto poco. Adesso però il semaforo è verde e Tesla si prepara a cambiare le regole della strada o meglio è pronta a provarci.