La competizione tra piattaforme social aumenta sempre di più. A tal proposito, Microsoft e Google si battono per ottenere il predominio nel mercato dei browser web. La “battaglia” tra le due aziende sta assumendo contorni sempre più agguerriti e, a tratti, controversi. Al centro della disputa vi è l’obiettivo di trattenere il maggior numero possibile di utenti all’interno del proprio ecosistema tecnologico. Microsoft, ad esempio, ha attirato critiche per il suo approccio “manipolativo” su Bing e Edge. Il suo scopo è quello di ostacolare l’installazione di Google Chrome.
Microsoft ostacola il browser di Google
Gli utenti che cercano “Chrome” su Bing, utilizzando il browser Edge su Windows 11, si trovano davanti a un banner promozionale. Quest’ultimo suggerisce di restare su Edge, enfatizzandone i vantaggi in termini di velocità, sicurezza e risparmio. Il messaggio pubblicitario nasconde in parte i link per il download di Chrome, aggiungendo un passaggio ulteriore per chi vuole passare al browser di Google. Tale tattica non è nuova per Microsoft, che già in passato ha utilizzato messaggi promozionali controversi per mettere in cattiva luce i suoi concorrenti.
Google, dal canto suo, non è estraneo a strategie simili. Nel 2020, gli utenti di Edge che visitavano il Chrome Web Store vedevano messaggi che li invitavano a utilizzare Chrome per una maggiore sicurezza nell’uso delle estensioni.
Nonostante l’impegno di entrambe le aziende, i risultati di tali strategie aggressive sono tutt’altro che garantiti. Ad esempio, Microsoft pur investendo pesantemente nel promuovere Edge, deve fare i conti con la sua posizione marginale nel mercato dei motori di ricerca. Qui, infatti, Bing detiene solo una minima fetta del pubblico. Considerando quanto detto, la vera sfida sarà conquistare la fiducia degli utenti, offrendo un’esperienza che non solo sia innovativa, ma anche rispettosa delle loro scelte. Il rischio, per entrambi i giganti tecnologici, è che gli utenti percepiscano tali tattiche come un abuso di potere. Ciò potrebbe spingerli ad optare per altre soluzioni considerate più trasparenti.