L’utilizzo e l’implementazione dell’intelligenza artificiale (AI) in diversi ambiti continua ad attirare l’attenzione ma, soprattutto, a sorprendere. Non si tratta, infatti, di un semplice utilizzo in diversi ambiti, ma di un’attenta ricerca che nella maggior parte dei casi sta portando all’introduzione in ambito medico e non solo.
Non a caso, l’ultimo passo avanti riguarda l’uso dell’intelligenza artificiale in un ambito che non può certamente non essere considerato importantissimo. Grazie ad un recente studio è stato rivelato come i modelli di apprendimento automatico siano stati addestrati per riuscire a identificare elementi collegabili a problemi di salute mentale. Scopriamo insieme nel corso di questo nuovo articolo tutti i dettagli sullo studio pubblicato recentemente sul Journal of Accounting Research.
AI: identifica problemi di salute mentale
Sentiamo sempre più spesso parlare di aziende del settore automotive che decidono di sviluppare nuove soluzioni con AI da implementare a bordo delle proprie vetture. Nonostante si tratti di grandi risultati, che consentono di migliorare l’esperienza di guida, certamente l’applicazione dell’AI in ambito medico sorprende maggiormente.
I nuovi risultati ottenuti mediante l’applicazione dell’intelligenza artificiale nel campo della salute mentale, permetterebbero infatti di identificare segni di depressione nei CEO. Un risultato che può essere ottenuto mediante l’analisi dettagliata delle voci degli individui in fase di chiamata.
Nello specifico, lo studio condotto da alcuni ricercatori della Kelley School of Business dell’Indiana University e dell’Università del Kentucky ha consentito di analizzare un numero superiore a 14.500 registrazioni di chiamate sugli utili di aziende. Il risultato? Del tutto interessante ma, al tempo stesso, preoccupante. L’analisi dettagliata delle caratteristiche vocali ha consentito agli esperti di individuare segni di depressione in oltre 9.500 CEO.
Secondo quanto diffuso, rispetto alle analisi che vengono effettuate per malattie come Alzheimer e il Parkinson i ricercatori hanno utilizzato modelli di AI addestrati appositamente per rilevare dettagli vocali che normalmente sono impercettibili all’orecchio umano.