Nonostante l’obiettivo dichiarato di combattere lo streaming illegale e promuovere l’uso delle piattaforme legali, il sistema italiano “Piracy Shield” non sembra aver prodotto i risultati sperati. A un anno dal suo lancio, i dati forniti dall’AGCOM evidenziano un risultato preoccupante. Ovvero il numero di abbonati ai servizi legali come DAZN è rimasto stabile. Le statistiche mostrano che, nel 2024, né il numero di utenti né le ore di visione sono cresciuti rispetto al 2023. Al contrario, i livelli si sono mantenuti invariati. Evidenziando così l’assenza di un impatto positivo importante sulle abitudini degli spettatori.
Piracy Shield: un sistema che non basta, criticità e alternative
I dati raccolti appaiono ancora più critici se si considera l’aumento del costo degli abbonamenti DAZN, passato da 30,99€ a 34,99€. La scelta di aumentare i prezzi, ignorando le difficoltà economiche di molti consumatori, potrebbe aver reso ancora meno accessibili i servizi legali. Infatti il “Piracy Shield” è riuscito a bloccare migliaia di siti di streaming illegale. Eppure non si è ancora assistito ad un aumento degli iscritti al’offerta ufficiale della piattaforma.
Quando il “Piracy Shield” è stato introdotto nel febbraio 2023, il sistema era stato salutato come una soluzione innovativa contro la pirateria online. Un’analisi approfondita dei dati però ha rivelato che il progetto non ha raggiunto il suo scopo principale. A tal proposito, Brian Turnbow, esperto del settore, sottolinea come le cifre del 2024 siano addirittura inferiori a quelle del 2022. Un periodo in cui il programma non era ancora attivo. Ciò suggerisce che il semplice blocco dei contenuti illegali non sia sufficiente a risolvere il problema.
Gli esperti ritengono che ci sia bisogno di una strategia più efficace. Una soluzione che includa in sé misure volte a migliorare l’accessibilità economica e la qualità dell’offerta legale. Se i costi elevati continuano a rappresentare un ostacolo, sarà difficile ridurre l’attrattiva dei contenuti pirata.
Nel frattempo, AGCOM spinge per estendere il raggio d’azione del sistema. Ciò attraverso il blocco di altri tipi di contenuti, come film e serie televisive in anteprima. Insomma, i risultati attuali sollevano dubbi sulla reale utilità di una simile espansione. È chiaro quindi che occorra trovare un’ alternativa più valida ed efficace per far fronte a questa situazione