venerdì, Marzo 7, 2025

Spotify e Gemini AI: la musica si comanda con la voce

di Ilenia Violante

Gemini

La collaborazione tra Spotify e Google segna un’evoluzione molto importante per il mondo dello streaming musicale. Grazie a Gemini AI, l’assistente vocale di Google, è ora possibile controllare la riproduzione musicale tramite comandi vocali in linguaggio naturale. L’estensione, inizialmente individuata nel codice dell’app Google a giugno, è finalmente disponibile per i dispositivi Android compatibili. Anche se per ora solo in lingua inglese. Gli italiani, dunque, dovranno attendere ancora un po’ per poter usufruire di questa funzione.

Un nuovo traguardo per Gemini AI

Con questa integrazione, gli utenti possono cercare brani per titolo, nome dell’artista, album, playlist o persino in base a un’attività specifica. Alcune funzioni restano però limitate. Ad esempio, non è ancora possibile creare playlist o stazioni radio direttamente tramite comandi vocali su Spotify. Ad esempio, se una persona ha collegato più piattaforme musicali, come YouTube Music, dovrà specificare manualmente il servizio da utilizzare per la prima richiesta. Poi successivamente, Gemini ricorderà la preferenza scelta.

Dopo WhatsApp, Spotify è la seconda applicazione di terze parti a essere integrata con le funzionalità di Gemini AI. Tale apertura rappresenta un passo importante nella strategia di Google. In quanto l’azienda mira a rendere il proprio assistente vocale compatibile con una vasta tipologia di servizi esterni. Restano però alcune limitazioni importanti. Ad esempio l’integrazione non è disponibile nell’app Gemini su iOS, né nella versione web o all’interno di Google Messaggi.

In contemporanea, Google continua a lavorare su Gemini Live per migliorare ulteriormente l’esperienza d’uso. Tra le novità in arrivo, l’introduzione di pulsanti nell’area notifiche permetterà di mettere in pausa o riprendere una conversazione. Insomma, un’innovazione che punta a rendere le interazioni vocali sempre più simili a una normale telefonata. Nonostante alcune restrizioni, questa collaborazione conferma così la direzione intrapresa da Google. Ovvero quella di rendere l’assistente vocale un punto di riferimento per la gestione delle attività quotidiane. Inclusa l’esperienza musicale. Resta da vedere quando arriverà il supporto in italiano e se saranno aggiunte funzioni più avanzate per conquistare i clienti di Spotify.

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