Spesso sentite dire “non credete a tutto ciò che sentite o vedete su Internet“. In una certa misura questa affermazione è vera. In una nuova rivelazione, sono stati scoperti casi di pagamento per ottenere like e follower falsi su Twitter. Ciò che è scioccante è che la pratica sembra essere sempre più dilagante tra le celebrità e persino tra i dirigenti di Twitter.

Il problema è stato segnalato dal New York Times e l’agenzia ha sostanzialmente identificato il gruppo che offre tale servizio. Il procuratore generale di New York, Eric Schneiderman, ha ora annunciato un’indagine sulla società di marketing digitale chiamata Devumi. Secondo quanto riferito, venderebbe falsi followers agli utenti di Twitter. Inoltre, “L’impersonificazione e l’inganno sono illegali secondo la legge di New York. Stiamo aprendo un’inchiesta su Devumi e sulla sua apparente vendita di identità rubate”, è quanto espresso da Schneiderman su Twitter.

Twitter al centro di nuovi scandali

Sul suo sito web di Devumi, con sede a New York, viene chiarito che il suo compito è “accelerare la crescita sociale aiutandovi a “guadagnare rapidamente seguaci, spettatori, Mi piace ed altro su Twitter, YouTube, LinkedIn ed altre piattaforme online”. Il rapporto del NYT ha riferito che la società ha venduto falsi followers agli utenti di Twitter, a volte utilizzando dettagli basati su persone reali. “Devumi vende seguaci di Twitter e retweet a celebrità, aziende e chiunque desideri apparire più popolare o esercitare un’influenza online”, afferma il rapporto. “Basandosi su uno stock stimato di almeno 3,5 milioni di account automatici, ciascuno venduto più volte, la società ha fornito ai clienti oltre 200 milioni di follower su Twitter”.

Per capire come funziona Devumi, lo stesso NYT ha creato un nuovo account Twitter ed ha speso 225 dollari su 25.000 follower. “Come pubblicizzato, i primi 10.000 circa sembravano persone reali, con immagini e nomi completi, città d’origine e biografie spesso apparentemente autentiche”, afferma il rapporto. “I successivi 15.000 seguaci di Devumi erano chiaramente sospetti: nessuna immagine del profilo, numeri e frammenti di parole invece di nomi”, ha aggiunto. Una recente ricerca ha rilevato che tra il nove ed il 15 percento degli account Twitter attivi sono entità autonome conosciute come social bot. Il sito di micro-blogging ha oltre 300 milioni di utenti attivi mensilmente. Ciò significherebbe che tra i 27 ed i 45 milioni di account non sono controllati dagli esseri umani. Almeno secondo quanto riferito dallo studio dell’Università dell’Indiana e della University of Southern California negli Stati Uniti. Nel frattempo, è intervenuta anche Twitter affermando che esaminerà la questione.

FONTEgizbot
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