Quando si è saputo del taglio ai fondi per la manutenzione stradale, le reazioni non si sono fatte attendere. Troppe strade già in condizioni critiche, troppi cantieri pronti a partire, tanti investimenti ancora da compiere. La voce si è sparsa in fretta: ben 350 milioni in meno sui 500 stanziati nel 2018 per il biennio 2025-2026. Una decisione che ha gelato gli enti locali. Le Province, senza quei soldi, rischiavano di dover sospendere lavori vitali. In molti hanno pensato all’ombra ingombrante del Ponte sullo Stretto, che di fondi ne consuma tanti. C’era chi temeva che quelle risorse finissero altrove, verso un progetto più mediatico che urgente. Gli amministratori provinciali hanno lanciato l’allarme. Alcuni parlavano di tagli fino al 70%. La sicurezza delle strade secondarie era sull’orlo di un collasso. Chi avrebbe risposto di fronte a un nuovo incidente evitabile? Che fine avrebbero fatto le nostre strade?
La retromarcia di Salvini: ripristinati i fondi per le strade
I toni si sono accesi e serviva un gesto forte, così, ieri, l’Unione italiana Province è stata convocata a Roma. Presenti anche i tecnici del ministero dell’Economia. All’incontro, Salvini ha ceduto. Dopo settimane di critiche e tensioni, il ministro delle Infrastrutture ha annunciato il ripristino integrale dei fondi per le strade. Non si tratta di una concessione senza condizioni. I soldi torneranno sì, ma ci saranno anche regole rigide. Le Province dovranno dimostrare di saperli spendere, avranno cadenze precise, dovranno mostrare progetti certi, cantieri avviati. In caso contrario? Le risorse non utilizzate saranno ritirate.
Niente soldi fermi nei cassetti. Serve efficienza e chi non rispetterà le tempistiche, perderà tutto. La linea dura di Salvini impone una certa disciplina, eppure, resta un interrogativo: si può davvero pianificare la sicurezza con la pressione del cronometro? Si hanno in considerazione gli imprevisti? Nel frattempo, sulle strade provinciali si continua a viaggiare tra buche e segnaletiche scolorite. I cittadini aspettano interventi promessi da anni ed ora, con i fondi tornati in gioco, cresce la responsabilità. Ogni euro dovrà diventare asfalto, segnaletica, guardrail ed anche il più piccolo ritardo costerà caro. Sarà però sufficiente per rimettere in moto i cantieri?