Quando si parla di guerra, è normale pensare subito alla devastazione, al dolore umano, alla perdita. Ma c’è un aspetto che raramente entra nella conversazione, forse perché non è immediatamente visibile: l’impatto ambientale. Sì, anche le guerre inquinano. E tanto.
Il lato invisibile dei conflitti moderni
Un gruppo di ricercatori del Regno Unito e degli Stati Uniti ha provato a fare i conti: quanta CO₂ ha prodotto, per esempio, il conflitto in corso nella Striscia di Gaza? Lo studio prende in considerazione anche le operazioni militari in Libano, Iran e Yemen, ma il focus resta sul Medio Oriente. E i risultati sono, a dir poco, impressionanti.
Secondo le stime, tra ottobre 2023 e gennaio 2025, le attività militari avrebbero generato quasi 1,9 milioni di tonnellate di CO₂. Giusto per capirci: è più di quanto producono in un anno intero ben 36 Paesi a basso impatto ambientale. E questo è solo l’inizio.
Se si aggiungono anche le emissioni legate alla costruzione dei tunnel sotterranei da parte di Hamas e al sistema difensivo israeliano noto come “muro di ferro”, il totale supera le emissioni annuali di 41 nazioni tra le meno inquinanti al mondo. Non è solo un dato tecnico: significa che mentre il pianeta cerca disperatamente di ridurre l’impatto delle attività umane, i conflitti armati continuano a fare danni anche sul fronte climatico — e in silenzio.
Ma c’è un altro dato che colpisce: la ricostruzione. Quando tutto sarà finito (quando?), rimettere in piedi infrastrutture, case, scuole e ospedali — solo a Gaza e in alcune zone del Libano — potrebbe emettere una quantità di gas serra paragonabile a un anno intero di emissioni della Croazia. E se si guarda l’intero ciclo guerra-distruzione-ricostruzione, si arriva a 32 milioni di tonnellate di CO₂. Un impatto superiore a quello di 102 Paesi messi insieme.
Il punto è che, al momento, le emissioni legate alle attività militari non sono tracciate né comunicate alle Nazioni Unite. È come se non esistessero. Ma esistono eccome. E il loro peso, anche sul clima, è diventato troppo grande per essere ignorato.