Nel profondo della nostra galassia, a circa 15.000 anni luce da qui, c’è un oggetto che ha lasciato gli astronomi a bocca aperta. Si chiama ASKAP J1832-0911 — nome poco poetico, lo so — ma il mistero che lo circonda ha acceso una nuova scintilla di curiosità nel mondo dell’astrofisica. Di cosa si tratta? Di un corpo celeste che si comporta in modo assolutamente unico: ogni 44 minuti, come un orologio svizzero, emette un lampo di onde radio e raggi X che dura appena due minuti. E poi… silenzio, fino al successivo impulso.
A 15.000 anni luce, un enigma galattico ancora senza nome
Una specie di faro cosmico, ma con caratteristiche mai viste prima. Questo fenomeno è stato scoperto grazie a una collaborazione internazionale che ha unito le forze di due radiotelescopi, MeerKAT e ASKAP, e del telescopio a raggi X Chandra della NASA. La parte sorprendente? È la prima volta che un oggetto del genere — chiamato transiente a lungo periodo o LPT — si mostra contemporaneamente sia nel campo delle onde radio che in quello dei raggi X. Un evento completamente nuovo nel panorama astronomico.
E se già questa scoperta fa venire i brividi, c’è di più: ASKAP J1832-0911 si comporta in modo diverso da tutti gli altri LPT individuati finora (una decina in tutto, quindi parliamo di una categoria ancora tutta da esplorare). Nessuno di loro aveva mostrato una regolarità così precisa e, soprattutto, una doppia emissione energetica così distinta.
La scoperta, tra l’altro, è arrivata un po’ per caso. ASKAP, che ha un ampio campo visivo, ha notato per primo qualcosa di strano. Poi Chandra — che invece guarda porzioni di cielo molto più ristrette ma in raggi X — si è trovato proprio a osservare quella stessa zona nel momento giusto. Fortuna? Forse. Ma in astronomia, certe coincidenze valgono oro.
Le ipotesi su cosa sia davvero questo oggetto si rincorrono: una magnetar? Una nana bianca super magnetica? Un sistema binario esotico? Nessuna spiegazione, però, sembra tornare del tutto. E la domanda rimane aperta: cosa c’è davvero dietro questi lampi perfettamente cadenzati?
Secondo l’astrofisica Nanda Rea, potremmo aver appena scalfito la superficie. Se ASKAP J1832-0911 emette in più bande dello spettro elettromagnetico, è possibile che molti altri oggetti simili siano sfuggiti alla nostra attenzione semplicemente perché li stavamo osservando solo da una prospettiva troppo ristretta.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, segna un momento chiave: ci ricorda che l’universo ha ancora molti segreti da svelare. E forse, proprio questo oggetto così puntuale e silenzioso sarà la chiave per aprire la porta a una nuova comprensione del cosmo.