In Italia, marzo ha segnato un punto di non ritorno. Oltre 286.000 passaggi di proprietà contro appena 172.000 nuove immatricolazioni. Quasi 170 auto usate vendute ogni 100 nuove. Nei primi tre mesi del 2025, il rapporto ha sfiorato quota 200. Numeri che raccontano più di una tendenza. Un cambiamento strutturale, che fotografa una realtà dove il nuovo fatica a trovare spazio. Secondo i report, l’usato ha toccato ad aprile quota 141,9 punti, il livello più alto da metà 2023. Da gennaio, i prezzi delle auto sono cresciuti del 5%. Dal 2019, l’incremento ha raggiunto il 20,8%. I motivi si rincorrono: listini in crescita, produzione rallentata e una richiesta di mobilità che non si arresta. Il mercato nuovo non riesce a stare al passo. E l’usato diventa rifugio, anche se meno accessibile di prima.
Prezzi su, qualità giù: cresce l’età media delle auto
Dietro al boom si nasconde però qualcosa di non così positivo. Su 200.000 veicoli cercati online nel 2024, l’auto media acquistata ha 9 anni e oltre 105.000 chilometri. In metà dei casi, monta ancora un motore diesel. Il mercato si popola di vetture in là con gli anni, in un lento scivolamento verso l’“effetto Cuba”, come l’ha definito Massimo Artusi, presidente di Federauto. Le aziende non rinnovano più il parco mezzi come un tempo e ciò che rimane è sempre più vecchio. In Italia, la fiscalità appare più gravosa rispetto ad altri Paesi europei. Un sistema che frena ogni rinnovamento. Le auto costano di più, ma valgono di meno, eppure restano spesso l’unica via percorribile per chi ha bisogno di spostarsi.
Aumentano i prezzi, cala la disponibilità. In questa tensione continua, il mercato usato diventa praticamente una scommessa. Si cerca di tutto: auto diesel, veicoli con chilometraggi alti e persino modelli fuori produzione. I concessionari faticano a riempire i piazzali, mentre i privati spuntano prezzi impensabili solo due anni fa. Il desiderio di mobilità resta vivo, ma non trova risposte nel nuovo. I tempi di consegna lunghi, l’inflazione, la paura di indebitarsi per un’auto scoraggiano l’acquisto. E allora si stringe i denti, si compra un’usata di dieci anni, si spera che duri. L’auto non è più un sogno, è un’urgenza da affrontare con quello che si ha. Il mercato mostra così la sua contraddizione più amara: valori sempre più alti per auto sempre più vecchie. L’Italia, con le sue norme fiscali penalizzanti, sembra spingere chi ha meno verso vetture sempre meno sicure e più inquinanti.