Torna a far parlare di sé PosteMobile, ma questa volta non per nuove offerte vantaggiose. A partire dal 20 giugno 2025, infatti, l’operatore virtuale legato a PostePay introdurrà una rimodulazione dei costi per alcuni suoi piani a consumo. La comunicazione ufficiale è stata pubblicata l’11 aprile sul suo sito ufficiale . Si tratta di una decisione inaspettata, considerando che l’ultima modifica ai costi risale al 2023. A essere coinvolti saranno solo alcuni vecchi piani, ormai fuori dal mercato, ma ancora attivi su numerose utenze.
PosteMobile: come difendersi dagli aumenti, recesso gratuito e portabilità
I clienti interessati riceveranno un SMS informativo con tutti i dettagli. Le nuove condizioni prevedono un costo di 0,28 centesimi al minuto per chiamate verso numeri fissi e mobili, lo stesso importo anche per ogni SMS inviato. Per l’ascolto della segreteria telefonica, il prezzo salirà invece a 0,18cent. al minuto. La rimodulazione di PosteMobile colpisce offerte come Con Tutti, Con Noi, PM Unica, Convenienza e le rispettive varianti. La novità riguarda anche l’area UE, dove le tariffe saranno applicate con le stesse modalità valide in Italia.
Alcuni piani più recenti, come Con Tutti New o SuperConvenienza, subiranno invece variazioni più leggere. In questi casi, se l’utente effettua una ricarica mensile di almeno 10€, le tariffe si abbasseranno a 0,26cent. al minuto e per ogni SMS. Per SuperConvenienza, il costo scende ancora, ovvero 0,20cent. per minuto o messaggio inviato. Resta invariata la tariffa base di 2€ al giorno per 500MB di traffico dati, applicata alla prima connessione effettuata nella giornata.
PosteMobile però consente ai clienti coinvolti di esercitare il diritto di recesso senza costi aggiuntivi. È possibile infatti disattivare la linea compilando l’apposito modulo sul sito ufficiale e inviandolo via email, fax o posta. Un’ altra opzione da considerare è il passaggio diretto a un altro operatore mantenendo il proprio numero. In questo caso, il recesso avviene automaticamente al completamento della portabilità. L’azienda, da sempre poco incline a modificare i propri listini, si allinea così a una tendenza purtroppo comune tra gli attuali gestori italiani.