Intel
Intel ha confermato che il suo atteso nodo produttivo a 18A (Angstrom) è entrato in fase di produzione di volume e che i primi processori basati su questa tecnologia saranno pronti entro la seconda metà del 2025. L’annuncio segna un traguardo importante per la strategia IDM 2.0 dell’azienda, che punta a riconquistare la leadership nella produzione di chip.
Nodo 18A: cosa cambia nella produzione
Il nodo 18A rappresenta una nuova generazione tecnologica nella produzione di semiconduttori. A differenza dei tradizionali nanometri, l’unità angstrom (1 Å = 0,1 nm) evidenzia una riduzione ulteriore della dimensione dei transistor, con l’obiettivo di migliorare efficienza energetica e densità di calcolo.
Tra le principali innovazioni del nodo 18A ci sono l’uso di RibbonFET, una nuova architettura di transistor gate-all-around, e PowerVia, una tecnologia che consente l’alimentazione dal retro del wafer, eliminando parte della congestione nei livelli superiori.
Intel Foundry apre anche ai clienti esterni
Il nodo 18A sarà utilizzato non solo per prodotti Intel, ma anche per clienti esterni, grazie all’apertura della divisione Intel Foundry. Tra i primi partner già annunciati c’è Microsoft, che collaborerà con Intel per sviluppare chip personalizzati per il cloud. Altri nomi verranno comunicati nel corso del 2025.
Intel conferma così la volontà di entrare in concorrenza diretta con TSMC e Samsung nel mercato delle fonderie avanzate. La disponibilità di 18A per clienti terzi rafforza questa strategia, rendendo la tecnologia scalabile anche per esigenze diverse da quelle consumer.
I primi chip 18A arriveranno entro l’anno
Secondo quanto dichiarato da Intel, i primi chip prodotti con nodo 18A saranno disponibili entro fine anno, con una diffusione più ampia nel corso del 2025. Si tratterà inizialmente di CPU e SoC per datacenter, AI e personal computing, ma l’azienda punta a estendere la tecnologia anche ad ambiti come automotive e dispositivi mobili.
Con l’entrata in produzione del nodo 18A, Intel compie un passo decisivo per recuperare il ritardo accumulato negli ultimi anni nei confronti dei concorrenti asiatici. Il nodo dovrebbe rappresentare un salto generazionale in termini di prestazioni, paragonabile al passaggio dai 10nm ai 7nm.
L’avvio della produzione su nodo 18A segna una svolta nella roadmap tecnologica di Intel. I primi chip saranno pronti entro fine anno e la tecnologia sarà disponibile anche per partner esterni. Il colosso statunitense punta così a rientrare nella corsa ai semiconduttori avanzati, sfidando i leader attuali del settore.