Oggi il presidente Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo che potrebbe trasformare il settore tecnologico negli Stati Uniti, aprendo la strada alla costruzione di nuovi data center per l’intelligenza artificiale su terreni federali. Non si tratta solo di un colpo di genio strategico per consolidare la leadership americana nell’AI, ma anche di una mossa che promette di semplificare drasticamente i processi burocratici. Le agenzie federali, infatti, saranno invitate a velocizzare i permessi necessari, rimuovendo uno dei principali ostacoli che spesso rallentano progetti di questo tipo.
I nuovi data center e i problemi di energia
Dietro questa decisione, però, si nasconde una sfida enorme: l’energia. I data center richiedono quantità incredibili di energia per funzionare, e i numeri parlano chiaro. Negli ultimi dieci anni, il loro consumo negli Stati Uniti è triplicato, arrivando al 4,4% dell’elettricità totale nel 2023. E non è finita: entro il 2028 potrebbe raggiungere il 12%. Questo significa che, pur puntando sull’innovazione, il rischio di un impatto ambientale devastante è dietro l’angolo.
Organizzazioni come l’Environment America Research & Policy Center non hanno esitato a lanciare l’allarme. Se non si trovano soluzioni per migliorare l’efficienza energetica e puntare tutto sulle rinnovabili, l’AI potrebbe mettere in crisi gli sforzi globali per ridurre le emissioni di CO₂. La risposta della Casa Bianca? Chiare regole per le aziende coinvolte. Dovranno utilizzare esclusivamente energia pulita e farsi carico di tutti i costi di costruzione e gestione, incluse le infrastrutture energetiche necessarie.
Anche i senatori democratici, come Elizabeth Warren, non si sono tirati indietro dal commentare. In una lettera, hanno sottolineato che non si può sacrificare l’ambiente per il progresso tecnologico. Eppure, credono che gli Stati Uniti possano vincere la corsa all’AI senza perdere di vista la sostenibilità.
Per dare un segnale forte, l’ordine stabilisce una scadenza precisa: entro il 28 febbraio, il Dipartimento della Difesa e quello dell’Energia dovranno identificare sei siti per i nuovi data center. Il messaggio è chiaro: l’America non vuole solo partecipare al futuro tecnologico, vuole guidarlo. Ma sarà possibile farlo senza compromettere il pianeta?