googleUn tribunale federale negli Stati Uniti ha emanato un’importante sentenza per il settore tecnologico. Google è stata riconosciuta colpevole per violazioni relative alle norme antitrust. Secondo quanto stabilito è stato creando un monopolio nel mercato dei motori di ricerca. Sono state effettuate indagini approfondite che hanno accertato che l’azienda di Mountain View, con una serie di atti illegali, ha scoraggiato la sua concorrenza.

Arriva la sentenza: Google ha costruito un monopolio

Il Dipartimento di Giustizia, dopo il raggiungimento del verdetto, è a lavoro per stabilire una serie di misure utili che possano correggere il comportamento dell’azienda di Mountain View considerato illegittimo. Tali interventi hanno lo scopo di ripristinare una corretta concorrenza nel settore dei motori di ricerca. Al momento, gli avvocati del Dipartimento hanno considerato due opzioni per limitare il monopolio di Google. La prima riguarda l’introduzione di misure di controllo continuo sul comportamento dell’azienda di Mountain View.

La seconda opzione comprende, invece degli interventi strutturali. Quest’ultimi potrebbero risultare molto più drastici. Nello specifico, tali interventi potrebbero imporre a Google di vendere alcune delle sue divisioni. Ciò potrebbe impedire all’azienda di accedere al proprio vantaggio competitivo.

Uno degli esempi concreti riguarda il controllo di Google sui mezzi di distribuzione delle ricerche. Nello specifico, secondo quanto riportato dal Dipartimento di Giustizia, l’azienda paga cifre importanti per essere l’opzione predefinita su dispositivi come gli iPhone di Apple. Una pratica che sembrerebbe impedire alle altre aziende di competere nello stesso settore. Inoltre, tra gli interventi proposti è stata accennata anche la possibilità di una scissione interna.

Google non ha tardato a commentare quanto accaduto. L’azienda di Mountain View ritiene che gli interventi proposti risultino eccessivi. Inoltre, ha ribadito che le modifiche proposte potrebbero destabilizzare l’intero settore della pubblicità online. Ciò finirebbe per danneggiare le piccole imprese. Inoltre, Google intende procedere per contestare la sentenza ricevuta.

Nel frattempo, il giudice Mehta intende procedere con un processo per definire la soluzione definitiva da introdurre entro il 2025.

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