pirateriaI nuovi emendamenti alla legge relativa alla lotta alla pirateria sono stati approvati sia dal Senato che dalla Camera. Ciò significa che manca solo un ultimo passaggio per poter entrare in vigore. Manca solo la conversione in legge. Secondo quanto riportato gli emendamenti introducono diverse modifiche che risultano essere particolarmente significative. Scopriamo nel dettaglio cosa cambia.

Nuovi emendamenti per la lotta alla pirateria

La prima modifica riguarda l’articolo 1. Qui il termine “univocamente” è stato sostituito da “prevalentemente”. Ciò significa che non basta una sola attività illecita per bloccare indirizzi IP. Deve trattarsi di un illecito che avviene in modo sistematico. La seconda modifica coinvolge Piracy Shield. Second quanto riportato, i nuovi emendamenti agiscono sull’articolo 3 stabilendo che questa venga estesa a VPN e DNS, quando si parla dell’interruzione dello streaming illecito di eventi sportivi.

Gli interventi sulla legge per la lotta alla pirateria continuano con una modifica per l’articolo 5-bis. In questo caso viene introdotta una nuova procedura per sbloccare gli IP una volta trascorsi sei mesi. Quest’ultima sarà applicabile solo se suddetti indirizzi non vengono più utilizzati per pratiche illegali. Sempre in relazione agli IP, gli emendamenti intervengono con l’articolo-7 bis. In questo caso viene imposto un limite al numero di indirizzi IP e domini che possono essere bloccati durante il primo anno di funzionamento della piattaforma. Superato il primo anno invece non dovrebbero più essere presenti limiti.

Infine, i nuovi emendamenti intervengono anche sui fornitori di servizi che possono essere al centro della pirateria streaming. Secondo quanto riportato, tali fornitori dovranno segnalare immediatamente qualsiasi attività considerata illecita. La segnalazione deve arrivare all’autorità giudiziaria e deve comprendere sia azioni di pirateria che di frode. È importante che si agisca tempestivamente. In caso contrario anche i fornitori di servizi potrebbero essere puniti. Quest’ultima modifica ha sollevato diverse controversie, come nel caso di Google. L’azienda di Mountain View ha evidenziato la mole eccessiva di segnalazioni che arriva e l’impossibilità di poterle controllare tutto in un breve lasso di tempo.

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