Salvare Alberi, arbusti e animali, questo è l’obiettivo della traslocazione, una tecnica attuata per la salvaguardia della natura in lotta coi i cambiamenti climatici.

Cambiamenti climatici: Traslocazione vegetale e animale

I cambiamenti climatici che sta vivendo il nostro pianeta in epoca moderna, minacciano sempre più la natura ed i suoi ecosistemi.

Problematiche di questa portata, necessitano di soluzioni altrettanto valide e per questo motivo è nata la pratica della Traslocazione animale e vegetale.

Queste operazioni hanno lo scopo di salvare pianti, arbusti e animali dall’estinzione.

In questi giorni ha Roma si sta tenendo il congresso internazionale di ‘Plant Translocation’ organizzata dall’Università Roma Tre.

Solo nell’ultimo hanno in Italia le operazioni di questo tipo ammontano a quasi 200. Per citare un esempio, l’abete del Nebrodi che si trovava solo in Sicilia in territori sempre più ristretti è stato riallocato in degli habitat più consoni alla specie, salvandolo dall’estinzione.

Dobbiamo agire subito, non rimane più tempo!

Le temperature globali medie sono aumentate considerevolmente rispetto all’epoca che precede la rivoluzione industriale e hanno raggiunto il picco massimo fra il 2010 e il 2019, il decennio più caldo registrato fino ad ora. Dei 20 anni più caldi registrati, 19 si sono verificati dal 2000.

Per questo motivo le zone dove prima la vegetazione di determinate specie riusciva a vivere e prosperare, ora sta andando in contro a un lento declino con conseguenze catastrofiche per l’ecosistema.

Se per molte persone l’aumento di qualche grado della temperatura potrebbe sembrare un problema da poco, occorre pensare che in realtà danneggia la società in diversi modi: la siccità in primo luogo, che si sta verificando in Italia, colpisce il settore agricolo con danni incalcolabili sulla produzione alimentare e di conseguenza sull’economia e il PIL.

I dati del Programma europeo di osservazione della terra Copernicus, indicano che il 2020 è stato l’anno più caldo mai registrato in Europa. La maggior parte delle prove scientifiche a disposizione dimostrano che tale anomalia è dovuta all’aumento delle emissioni di gas serra (GHG) prodotte dalle attività umane.

Occorre quindi un cambio di manovra drastico, la natura non può attendere e se non agiamo subito potremmo dover pagare un caro prezzo.

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