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Il Kosovo sta affrontando una grave crisi energetica e le cause sono tutte da ricercare nel mining di criptovalute. L’operazione di estrazione portata avanti dai miner consuma la maggior parte delle risorse energetiche del paese, causando gravi blackout.

Per cercare di arginare i problemi, il Governo ha deciso di impedire il mining delle criptovalute. Gli interventi governativi saranno su larga scala e avranno come obiettivo quello di identificare e bloccare tutte le farm dedicate all’estrazione di Bitcoin, Ethereum e simili.

Ricordiamo che il mining è una attività ad altissima richiesta energetica. Le farm utilizzano apparecchiature elettroniche al massimo delle prestazioni 24 ore al giorno per sette giorni la settimana. Le operazioni di verifica delle transazioni attraverso la blockchain permette di ottenere le monete virtuali come ricompensa.

 

In Kosovo si stanno registrando gravi blackout e il Governo vuole intervenire bloccando il mining di criptovalute

Ne consegue che più transazioni si verificano, maggiore sarà la ricompensa per i miner. Ecco quindi che le farm lavorano senza sosta, causando continui blackout in Kosovo per la richiesta di elettricità da parte dei vari operatori.

A ciò si aggiunge che la principale centrale elettrica del paese è stata chiusa per motivi tecnici. Questa situazione non ha fatto che aggravare la carenza di elettricità e i problemi di approvvigionamento in tutta la regione.

Infatti, per sopperire alla crisi, il Paese ha dovuto acquistare l’elettricità dall’esterno a prezzi elevati. A partire da Dicembre, il Kosovo ha dichiarato lo stato di emergenza e il Governo può operare con pieni poteri per regolare l’importazione dei energia e imporre restrizioni sull’utilizzo.

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