Nei primi mesi di questo 2020 si è spesso parlato del 5G e dell’ipotetica pericolosità delle sue antenne. Migliaia di consumatori Italiani, infatti, temono che la prolungata esposizione alle onde magnetiche emesse da queste antenne, possa arrecare dei danni irreparabili all’onanismo umano, come ad esempio tumori ed alterazioni del DNA.

Nonostante la pericolosità del 5G sia stata ampiamente smentita, purtroppo di recente centinaia di persone hanno compiuto atti sconsiderati, arrecando parecchi danni alle antenne 5G ed a quelle 3G/4G, erroneamente confuse con quelle del nuovo standard ultra veloce. Scopriamo quindi di seguito maggiori dettagli a riguardo.

Antenne 5G: ecco come sono costruite e come identificarle

Le antenne 5G risultano essere molto simili a quelle utilizzate negli ultimi 10 anni ma, di fatto, presentato molteplici differenze importanti. Innanzitutto queste ultime utilizzano un’architettura completamente differente, basata sul principio di breamforming che sfrutta delle antenne di tipo mMIMO. 

Grazie a questa nuova modalità di irradiazione del segnale, quindi, le onde elettromagnetiche potranno essere indirizzate direttamente verso il dispositivo connesso, seguendo quindi un focus ben preciso. Non ci sarà più una distribuzione omogenea sul territorio ma, bensì, la rete verrà ottimizzata e concentrata in modo preciso su ogni dispositivo.

Questa nuova architettura, quindi, sfrutta un numero maggiore di pilastri su cui sono installati emettitori con centinaia di piccole celle. Per permettere il collegamento diretto di ogni singolo dispositivo, infatti, le antenne hanno necessità di una superficie più larga. 

Ricordiamo infine che ogni atto vandalico può essere perseguito dalla legge e che, danneggiando i dispositivi degli operatori nazionali, si arrecano gravi danni ai nostri concittadini.

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