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Il braccio di ferro tra Huawei e gli Stati Uniti d’America è ancora in corso. Il BAN infatti impedisce alle aziende Americane di collaborare con il brand Cinese salvo deroghe. Questa situazione ha portato il gigante tecnologico a percorrere strade alternative per continuare ad operare.

La prima conseguenza diretta del BAN si può vedere con il Mate 30 Pro, un device privo dei servizi Google e con il sistema operativo basato sulla versione open source di Android. Il produttore ha sviluppato i propri Huawei Mobile Services che vanno a sopperire in tutto e per tutto i servizi di BigG.

Ma il caso del Mate 30 Pro non sembra isolato, infatti anche per la famiglia P40 il produttore sembra intenzionato a seguire la stessa strada. In realtà, i piani di Huawei sembrano ancora più ambiziosi di così. L’obiettivo nel lungo tempo è quello di diventare totalmente indipendente dai servizi Google.

Huawei non tornerà mai ad usare i servizi Google?

Il successo di vendite dello smartphone dimostra come, nonostante le difficoltà di distribuzione, la richiesta è ancora alta. Huawei potrebbe continuare a realizzare top di gamma basati su Android ma senza dover utilizzare le app di Mountain View.

L’indipendenza software permetterebbe di fare a meno di Google anche se la situazione del BAN dovesse risolversi. Una volta intrapresa questa strada, Huawei non tornerebbe più indietro ma procederebbe spedita verso il proprio obiettivo. Questa è l’idea trapelata da una recente dichiarazione di Fred Wangfei, manager Huawei per l’Austria, a Der Standard

Huawei inoltre, sta lavorando per migliorare sempre più la EMUI e rendere facile la vita agli sviluppatori. Il dirigente ha confermato che 24 delle 60 API essenziali per il funzionamento dell’OS sono state replicate con successo. Inoltre, lo store AppGallery ha già sostituito il Google Play Store come negozio predefinito sui device dell’azienda.

AGGIORNAMENTO: Nonostante i commenti di Fred Wangfei, Huawei conferma ufficialmente che se il BAN dovesse rientrare sarebbe pronta a collaborare con Google. Questo significa che sui device dell’azienda potrebbero tornare i Google Mobile Services e di conseguenza il Play Store, Gmail, Google Maps e tutte le altre app di BigG. La questione però è ancora in sospeso e il produttore valuterà il da farsi in base a come evolverà la situazione del Ban.

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