Sempre più giovani e meno giovani si avvicinano al mondo della tecnologia con un certo entusiasmo, le novità incuriosiscono e destano spesso interesse. Una delle tecnologie che al giorno d’oggi sembra appassionare di più è la realtà virtuale, da non confondere con la realtà aumentata; quest’ultima aumenta la percezione del mondo con una serie di contenuti digitali mentre la realtà virtuale è immersiva e molto più interattiva.

Realtà virtuale

La realtà virtuale dall’acronimo VR (virtual reality), è la terminologia che si utilizza per indicare una realtà simulata.

Nel lontano XX secolo con Morton Heilig già si parlò di cinema esperienza che coinvolgeva tutti i sensi degli spettatori in maniera abbastanza realistica; solo nel 1968 il professore Ivan Sutherland, con la partecipazione del suo allievo Bob Sproull, crearono il primo vero prototipo di visore per la realtà virtuale.

In forma primitiva e dal peso quasi insostenibile (era sostenuto da corde legate al soffitto), venne denominato -la spada di Damocle-. La nascita nel termine VR come lo si intende oggi, risale al 1989, anno in cui Jaron Lanier introduce il concetto di cyberspazio, che aprì le porte al mondo dell’interazione spaziale e sensoriale a livelli più alti. La tipologia di realtà virtuale si divide in due parti, quella immersiva e quella non immersiva.

Nel primo caso la persona viene isolata completamente dall’ambiente che lo circonda e si è proiettati in una realtà parallela riprodotta in digitale grazie ai sensori e visori (che siano essi Oculus Rift per piattaforme Microsoft o PlayStation VR per piattaforme Sony). Nel secondo caso invece l’ambiente che viene ricreato ha un impatto inferiore emotivamente sulla persona, ciò causata anche dalla minore qualità dei sensori e visori; provenienti magari da smartphone.

Realtà aumentata contro realtà virtuale

Ecco il bivio della discordia, spesso si confonde la realtà virtuale con la realtà aumentata; quest’ultima è solo un potenziamento delle percezioni del mondo reale attraverso una serie di contenuti digitali ma non è assolutamente immersiva quanto la realtà virtuale che catapulta l’utente direttamente in un mondo parallelo dove tutto sembra reale e che lo isoli completamente dalla sua vita reale.

Applicazioni nella vita

L’esempio principale e più conosciuto è sicuramente il videogame, la commercializzazione e la spinta delle grandi catene di produzione, ha portate in auge tale tecnologia; ma prima nel cinema e successivamente nell’Architettura la realtà virtuale ha dato un grande contributo.

Bisogna immaginare un proprietario di casa che vuole vedere e toccare la propria casa prima che venga costruita, o semplicemente immaginare un film dove si possano spostare gli oggetti ed aiutare il protagonista. Per non parlare poi della medicina e della chirurgia, allenare i medici nell’operare attraverso tecnologie di virtualità reale, dà la possibilità di migliorare e sperimentare su un altro livello, senza dover in qualche modo sprecare risorse umane.

Casino online virtuale ma non troppo

Ci sono casi leggermente differenti sia dal videogame classico che dalla medicina. Spesso, le grandi aziende puntano anche su qualcosa di diverso, come il casino online. Il giocare attraverso un visore di realtà virtuale può portare a giocare più o meno al casino’? La risposta è dipende. Dipende sempre dal soggetto, ci si può immergere completamente oppure pensare che sia un gioco in qualche modo finto, il ché potrebbe risultare ancora più controproducente.

Dal videogame alla medicina

C’è però una via di mezzo tra la realtà virtuale del videogame e la realtà virtuale della medicina? La via di mezzo probabilmente è chi ne usufruisce. Questa nuova tecnologia è sicuramente il futuro, o almeno sperano lo sia le multinazionali che la finanziano. Ci sono molti scettici a riguardo, i soliti problemi con i giramenti di testa o la nausea, è un problema ancora da risolvere al cento per cento.

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