backdoor
Scandalo backdoor Android, non si placano le polemiche e le accuse

Lo scandalo delle backdoor su Android non accenna a placarsi e si fa sempre più ricco di particolari. Secondo nuove indagini, infatti, il software malevolo in questione sarebbe stato installato da Adups (società sviluppatrice) anche su numerosi modelli di smartphone di altri noti e rinomati marchi come ZTE, Lenovo e Huawei.

Durante lo scorso mese di novembre vi avevamo parlato di una clamorosa vicenda che aveva a dir poco dell’incredibile e che riguardava quasi tutti gli utenti Android da vicino: quella dello scandalo backdoor su smartphone Android cinesi. Oggi a distanza di più di due mesi da allora, nuove informazioni ed indizi emergono e mettono a serio rischio la credibilità di decine e decine di marchi rinomati.

Scandalo backdoor su smartphone di fascia medio/bassa

Come già accennato alcuni mesi or sono, dunque, i dispositivi interessati dalla vicenda sono quelli di fascia medio/bassa di tantissime aziende (note e non) asiatiche. Questi ultimi conterrebbero al loro interno del software potenzialmente dannoso per la privacy degli utenti in grado di spiarli e condividere informazioni preziosi con appositi server localizzati in Cina.

Secondo la società a capo della scoperta iniziale, KryptoWire, poco più di 700 milioni di device in tutto il mondo potrebbero essere affetti da una falla di sicurezza: «Questi dispositivi trasmettono delle informazioni riservate dell’utente e dell’apparecchio in uso. I dati trasferiti riguardano messaggi scambiati, la lista dei contatti, lo storico delle chiamate e l’identificazione dei codici IMSI ed IMEI del telefono.»

La società all’origine della backdoor ha sede legale a Shanghai ed è conosciuta con il nome di “Adups Technology“. La stessa azienda è incaricata dello sviluppo lato firmware di diversi terminali entry level dei più svariati marchi, tra i quali ritroviamo ZTE e Huawei (come riferito dal New York Times) o Archos e Lenovo Moto (come affermato da Trustlook).

La situazione per il momento sembra aggravarsi ulteriormente e vede sempre più organi internazionali garanti della privacy entrare in gioco. Dal canto suo, però, Adups ha comunicato di aver aggiornato i propri sistemi e di non salvare più alcun dato personale dell’utente. Non ci resta, dunque, che attendere ulteriori informazioni e novità in merito alla vicenda, stay tuned su TecnoAndroid.it!

VIAZDNet
Articolo precedenteEcco i dati dell’industria videoludica nel 2016: sorprende il gaming mobile
Articolo successivoDisney a lavoro con Snapchat per nuovi fantastici filtri