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Missione Skyfall: elicotteri e nuove strategie per conquistare Marte

Tecnologia innovativa e voli autonomi promettono di trasformare le missioni su Marte

2 Minuti lettura
Marte

Il futuro dell’esplorazione spaziale di Marte passa attraverso le eliche di sei piccoli droni. La missione Skyfall, frutto della collaborazione tra AeroVironment e il Jet Propulsion Laboratory della NASA, prevede di rilasciare direttamente nell’atmosfera marziana una flotta di elicotteri autonomi. Tale scelta elimina la necessità di piattaforme di atterraggio complesse. Ma soprattutto di ridurre i rischi e i costi delle missioni tradizionali.

Droni esploratori e nuove prospettive per Marte

I droni, una volta sganciati dalla capsula in fase di ingresso, guideranno da soli la discesa fino alla superficie. Qui inizieranno a esplorare ampie aree, moltiplicando la quantità di dati raccolti. La missione, che potrebbe partire nel 2028, prende ispirazione dal successo di Ingenuity. Ossia il piccolo elicottero che nel 2021 ha realizzato il primo volo motorizzato su un altro pianeta. Questo “veicolo’ ha completato 72 voli nel cratere Jezero, durando 32 volte più del previsto, prima di fermarsi nel gennaio 2024 per un danno ai rotori. La sua storia però ha aperto la strada a un progetto più ambizioso, pensato per velocizzare il passo verso la presenza umana su Marte.

Dopo l’atterraggio, i sei elicotteri Skyfall opereranno in autonomia, mappando i punti più promettenti per il futuro sbarco degli astronauti. Le immagini ad alta risoluzione e i dati radar del sottosuolo permetteranno di localizzare ghiaccio, acqua e altre risorse fondamentali. La raccolta di queste informazioni non servirà solo alla sicurezza delle missioni umane, ma potrebbe contribuire a rispondere a una delle domande più affascinanti dell’umanità. Quale? Quella sull’esistenza di vita passata su Marte.

In contemporanea a tutto ciò, la NASA sta valutando un’altra opzione ispirata a Ingenuity. Ovvero un elicottero grande come un SUV, con sei pale, in grado di trasportare fino a cinque chilogrammi di strumenti scientifici e percorrere tre chilometri al giorno. Queste soluzioni aprono ipotetiche situazioni di esplorazione più rapide, precise e sostenibili, segnando un punto di svolta unico nelle missioni interplanetarie.

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