Google continua a spingere sull’integrazione dell’intelligenza artificiale nei suoi servizi, e ora tocca anche a Discover, il feed personalizzato accessibile su Android e in Chrome. Stando a quel che riporta la fonte, di solito molto affidabile, 9to5Google, il colosso ha fatto partire alcuni test che porteranno ai riassunti AI proprio all’interno delle schede del feed. Sarà in questo modo che gli utenti potranno avere modo di beneficiare di una lettura più rapida e riassuntiva degli articoli.
Ci sarà un elemento che distinguerà in maniera netta proprio questi riassunti: al posto del consueto logo della testata, compare una pila di icone sovrapposte, ognuna delle quali rappresenta una delle fonti utilizzate per comporre la sintesi. Toccandole, si apre un pannello “Altro” che elenca gli articoli originali impiegati per generare il contenuto.
Sintesi espandibili e nuovo tasto Salva nel feed
Il meccanismo è semplice: vengono mostrate tre righe di anteprima, accompagnate da un pulsante “Vedi altro” per leggere il riassunto completo, che può arrivare fino a una decina di righe. In fondo al testo appare una nota che specifica come il contenuto sia stato “generato con AI, che può commettere errori”. Il titolo e l’immagine di anteprima sono quelli del primo articolo tra le fonti utilizzate.
Secondo quanto emerso, il sistema utilizzato sarebbe lo stesso che alimenta gli AI Overviews di Google Search, tecnologia che sta gradualmente arrivando su più prodotti dell’ecosistema. In passato, i test si erano concentrati su contenuti video, ma l’esperimento ora coinvolge anche le notizie scritte.
Google sta inoltre testando un nuovo tasto Salva, visibile direttamente nelle schede di Discover. Posizionato tra l’icona del cuore e il menu a tre puntini, consente di aggiungere contenuti alla scheda Attività con un solo tocco, semplificando la gestione degli articoli preferiti.
Resta da vedere se questa funzione verrà implementata in pianta stabile. Ma l’intenzione di Google è chiara: rendere l’esperienza Discover più immediata, pur tra le perplessità di editori sempre più preoccupati per il calo del traffico dai motori di ricerca.