La continua estensione della produzione Apple fuori dalla Cina rappresenta una trasformazione rilevante nel settore industriale degli ultimi anni. Per lungo tempo, Cupertino ha affidato gran parte della sua manifattura al mercato asiatico. Ma le tensioni geopolitiche, i rischi legati a una dipendenza così marcata e l’emergere di nuovi attori hanno spinto l’azienda verso una diversificazione produttiva. In tale nuovo equilibrio, l’India è stata individuata come un partner privilegiato. La visione dell’azienda è di raggiungere, entro il 2027, una quota del 25% della produzione globale di iPhone sul territorio indiano. Sembra però che il progetto stia riscontrando alcuni ostacoli.
Apple: quali sono gli intoppi con lo spostamento della produzione in India?
Un elemento critico è emerso negli ultimi mesi. Oltre 300 ingegneri e tecnici cinesi, precedentemente attivi presso gli stabilimenti Foxconn in India, sono stati richiamati in patria. Ciò che spicca è l’assenza di spiegazioni ufficiali. Ciò tanto da Apple quanto da Foxconn. Un evento che rende difficile non leggere tale episodio alla luce delle tensioni tra Cina e India. Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, Pechino starebbe attivamente ostacolando il trasferimento di competenze verso l’India. Rimangono operativi in India alcuni tecnici taiwanesi, ma il vuoto lasciato dagli esperti cinesi è tangibile.
Il problema non è soltanto numerico. Gli ingegneri cinesi vantano una lunga esperienza nella produzione degli iPhone e costituiscono un anello fondamentale nella trasmissione del know-how. La loro presenza in India era cruciale. Ciò sia per garantire la qualità della produzione sia per formare i lavoratori locali in tempi rapidi. Ora che tale elemento è venuto meno, Apple potrebbe trovarsi a rallentare l’espansione del suo polo indiano. Il tutto proprio nella fase più delicata del progetto. In un contesto internazionale in cui ogni mossa assume anche un significato simbolico, tale episodio solleva interrogativi rilevanti. Si tratta solo di una coincidenza o dell’ennesima dimostrazione che la produzione tecnologica è oggi uno dei campi di battaglia della competizione tra potenze?