Paramount sistema Trump e accelera verso la fusione Skydance

Paramount chiude la causa con Trump con 16 milioni, mossa strategica per facilitare la fusione con Skydance Media.

Paramount chiude la causa con Trump con 16 milioni, mossa strategica per facilitare la fusione con Skydance Media.

È uno di quei casi in cui, più che le cifre, a contare è il tempismo. Paramount Global ha appena deciso di chiudere con un assegno da 16 milioni di dollari la spinosa causa intentata da Donald Trump contro CBS, sua controllata. E non è difficile intuire che questa mossa abbia molto meno a che fare con la giustizia e molto più con una strategia ben calcolata: tenere la strada libera per la fusione miliardaria con Skydance Media, che potrebbe ridisegnare il futuro del gruppo nel settore dell’intrattenimento.

 

Perché Paramount ha pagato Trump prima del merger con Skydance

La storia è cominciata lo scorso ottobre, quando Trump, fedele alla sua linea dura contro i media, ha accusato CBS News di aver manipolato un’intervista a Kamala Harris durante 60 Minutes, sostenendo che il montaggio fosse stato costruito ad arte per fuorviare gli elettori. Da lì, una richiesta di risarcimento astronomica da 20 milioni di dollari (poi alzata a 25), una trattativa sotterranea e infine l’accordo: niente milioni a Trump direttamente, ma un versamento a un archivio presidenziale ancora da definire.

È una concessione che sembra più simbolica che sostanziale, ma che serve benissimo a entrambe le parti. Trump ottiene una vittoria “morale” da sbandierare – e infatti il suo team non ha perso tempo nel dichiarare l’accordo “una vittoria per il popolo americano” – mentre Paramount può sfilarsi da una querelle scomoda, proprio mentre cerca di portare a casa l’approvazione della FCC per un merger cruciale con Skydance.

Ovviamente Paramount giura che le due vicende – la causa e la fusione – siano completamente scollegate. Difficile però non vedere in questa uscita un tentativo (neppure troppo sottile) di togliere dal tavolo un potenziale inciampo. La pressione mediatica e politica attorno alla causa era crescente, e per un’azienda già nel mirino delle autorità antitrust americane, avere una querelle aperta con l’ex Presidente non è proprio il miglior biglietto da visita.

In fondo, in certi giochi ad alta quota non serve vincere per forza in tribunale. Basta sapere quando conviene uscirne nel modo più indolore possibile.

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