Nel settore videoludico si sta aprendo un dibattito cruciale, sollevato dalla campagna “Stop Killing Games”. L’iniziativa, avviata nel 2024, è stata promossa dallo youtuber Ross Scott. Quest’ultima si propone di mettere in discussione la legittimità delle politiche di molte case editrici, che chiudono giochi acquistati dai consumatori. Rendendoli, in tal modo, inutilizzabili. Si tratta di un problema che riguarda sempre più titoli. Giochi che, pur essendo stati pagati a prezzo pieno, vengono resi ingiocabili una volta che l’azienda ne termina il supporto. La raccolta firme promossa da Scott ha superato quota 800.000 e si avvicina all’obiettivo di 1 milione di sottoscrizioni. Soglia che permetterebbe di portare ufficialmente la questione al Parlamento Europeo.
Come procede la recente petizione contro l’eliminazione dei giochi
Alla base dell’iniziativa vi è la denuncia di una pratica che può essere considerata una forma moderna di obsolescenza programmata. I giochi digitali non hanno una vera scadenza, eppure le aziende possono renderli inaccessibili da un giorno all’altro. Ciò solleva dubbi non solo dal punto di vista dei diritti dei consumatori, ma anche su quello della conservazione culturale e storica dei videogiochi.