FireSat: il satellite che anticipa gli incendi con occhi a infrarossi

FireSat usa sensori a infrarossi per rilevare incendi boschivi in anticipo, creando una rete satellitare globale entro il 2030.

FireSat usa sensori a infrarossi per rilevare incendi boschivi in anticipo, creando una rete satellitare globale entro il 2030.

Tre mesi fa è decollato senza troppo clamore, silenzioso e preciso come ci si aspetta da una missione ben riuscita. Ma oggi quel piccolo satellite, chiamato FireSat Protoflight, sta già facendo parlare di sé. Non tanto per l’aspetto – niente di appariscente o fantascientifico – quanto per ciò che riesce a fare: guardare la Terra con occhi speciali e individuare il calore prima ancora che divampi il fuoco. Sì, perché la sua missione è chiara fin dall’inizio: aiutare a prevenire e combattere gli incendi boschivi, con una rapidità e una precisione mai viste prima.

 

Dal cielo, una rete di satelliti per sorvegliare il calore e prevenire i roghi

A volerlo lassù sono stati Muon Space, un’azienda tech tutta cervello e ingegno, e la Earth Fire Alliance, un’organizzazione non profit che ha deciso di usare lo spazio per proteggere ciò che brucia quaggiù. Una collaborazione insolita, ma efficace. Il satellite è stato lanciato il 14 marzo da Vandenberg, in California, a bordo di una missione SpaceX. E oggi, con le prime immagini appena inviate a Terra, possiamo dire che funziona eccome.

Le sue “foto” non sono esattamente da album dei ricordi: niente tramonti né foreste rigogliose. Ma sotto forma di segnali a infrarossi, mostrano dove la Terra emette calore. E quindi dove c’è qualcosa che sta andando storto. Un incendio che inizia, un vulcano che erutta, persino un aeroporto che riscalda l’asfalto delle piste. Il satellite riesce a distinguere tutto questo da 500 chilometri di distanza, con una sensibilità tale da rilevare un rogo grande quanto un salotto.

E non si tratta di un colpo di fortuna. FireSat è stato progettato proprio per questo: per leggere sei diverse bande dell’infrarosso e restituire immagini pulite, eliminando i falsi allarmi e segnalando solo ciò che conta davvero. Ha già sorvolato l’Australia, le Hawaii e la Libia, mostrando in ogni caso quanto può essere utile sapere cosa succede in tempo reale, quando ogni secondo può fare la differenza tra un incendio contenuto e una catastrofe.

E siamo solo all’inizio. Nel 2026 ne arriveranno altri tre, e da lì si comincerà a costruire una vera e propria rete: oltre 50 satelliti che, entro il 2030, permetteranno di osservare ogni punto del pianeta ogni 20 minuti. Una sentinella spaziale contro le fiamme. E, forse, un piccolo passo avanti per imparare a convivere meglio con un pianeta che cambia.

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