TerraMaster D4-SSD, la soluzione DAS (Direct Attached Storage) ideale per l’archiviazione veloce – Recensione

Dopo aver provato moltissimi NAS della Terramaster ho deciso di testare un DAS e la mia scelta è ricaduta su D4-SSD, un dispositivo davvero interessante e sopratutto portatile in grado di archiviare moltissimi dati grazie alla connessione veloce USB-C.

TerraMaster D SSD

Dopo aver messo alla prova F8‑SSD Plus e F4‑SSD ho deciso di testare anche TerraMaster D4-SSD un DAS davvero completo con velocità di scrittura e lettura davvero interessanti.

Dopo anni passati a trascinare pesanti enclosure RAID con dischi meccanici da un set all’altro, l’arrivo del TerraMaster D4-SSD sulla mia scrivania mobile ha rappresentato una vera svolta. Come creator sempre in movimento, ho imparato che il tempo perso in trasferimenti dati è tempo sottratto alla creatività. Questo piccolo cubo di alluminio promette di cambiare le regole del gioco: quattro slot M.2 NVMe, interfaccia DAS USB 4 a 40 Gb/s e un peso che fa sorridere chiunque abbia mai dovuto caricare attrezzature su un volo intercontinentale.

La domanda che mi sono posto fin dal primo unboxing è stata semplice: può davvero un dispositivo grande quanto un Mac mini sostituire i massicci sistemi di storage che ho utilizzato finora? Dopo dieci giorni intensi di test con il mio MacBook Pro 16″ M3 Pro, posso anticipare che la risposta è più complessa e interessante di quanto immaginassi. Il mercato degli enclosure NVMe si è evoluto rapidamente negli ultimi anni, ma TerraMaster ha fatto una scommessa precisa: puntare tutto sulla velocità e sulla portabilità, sacrificando alcune comodità in nome delle prestazioni pure.

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Design e qualità costruttiva

Il D4-SSD si presenta come un cubo quasi perfetto di 110 × 110 × 46 mm (5.43 × 2.36 × 5.51 pollici), rivestito in alluminio spazzolato che trasmette immediatamente una sensazione di solidità premium. Il peso di 419 grammi con tre SSD installati è sorprendentemente contenuto, considerando che al suo interno trovano posto quattro unità M.2 2280 e un sistema di raffreddamento attivo. La finitura grigio scuro è elegante ma, devo ammetterlo, attira le impronte digitali come una calamita – un piccolo prezzo da pagare per l’estetica minimalista.

La disposizione delle porte sul retro è essenziale: una singola USB-C per il collegamento dati e un connettore barrel per l’alimentazione. TerraMaster ha scelto di non integrare hub o porte aggiuntive, mantenendo il focus sulla funzione primaria del dispositivo. Sul pannello superiore, una griglia di ventilazione occupa quasi tutta la superficie, interrotta solo dal pulsante di accensione retroilluminato in bianco. La parte inferiore ospita due ventole da 50mm che, grazie ai piedini in gomma alti quasi un centimetro, hanno spazio sufficiente per aspirare aria fresca.

L’accesso agli slot M.2 avviene rimuovendo una singola vite sul retro e facendo scorrere il pannello laterale. All’interno, i quattro slot sono disposti in modo ordinato, ciascuno con la propria vite di fissaggio già preinstallata. TerraMaster include anche due viti di riserva nella confezione – un tocco di attenzione che ho apprezzato. L’unica nota dolente è l’assenza di un sistema toolless per il montaggio degli SSD: in un’epoca in cui molte schede madri offrono clip a pressione per gli M.2, dover ancora armeggiare con il cacciavite sembra anacronistico.

La qualità costruttiva generale è eccellente. Non ci sono scricchiolii, flessioni o parti che sembrano economiche. Le tolleranze sono precise e tutto si incastra perfettamente. Il cavo USB-C incluso è di ottima fattura, con connettori rinforzati e una lunghezza di un metro che trovo ideale per l’uso desktop senza essere eccessiva per la portabilità.

DSC TerraMaster D SSD

Specifiche tecniche in dettaglio

Rumorosità<19 dB idle, ventole silenziose19 dB in standbyNon specificato (ventole intelligenti)
Consumi~54–90 W operativo (NAS)15 W in uso, 6 W in hibernationNon specificato
Dim. (mm)~177×160×140 mm138×60×140 mm138×60×140 mm
Peso~1,7 kg~419 gNon specificato
Target d’usoNAS professionale, editing, VM, DockerDAS portatile ad alte prestazioni via USB4NAS compatto, media hub con HDMI
Prezzo indicativo (USA)~800 $~299 $~399 $

Installazione hardware e setup Raid

L’installazione dei quattro Samsung 990 PRO da 4TB è stata un’operazione di routine, completata in meno di cinque minuti. Gli slot accettano solo SSD in formato M.2 2280, quindi niente supporto per i più corti 2260 o 2242. Ogni slot è chiaramente marcato e il sistema di ritenzione con vite singola, seppur datato, è almeno affidabile. Ho apprezzato il fatto che TerraMaster abbia preinstallato le viti negli slot: un dettaglio che risparmia la frustrante ricerca di minuteria compatibile.

Una volta inseriti gli SSD e richiuso l’enclosure, il setup software su macOS è stato immediato. Il sistema ha riconosciuto il D4-SSD come quattro dischi separati, lasciandomi la libertà di configurarli secondo le mie esigenze. Per i test principali ho optato per un RAID 0 via Utility Disco di macOS, formattato in APFS. La procedura è intuitiva: si selezionano i quattro dischi, si sceglie “RAID” dal menu, si opta per “Striped” (RAID 0) e in pochi secondi si ottiene un unico volume da 16TB.

Ho anche testato la configurazione RAID 5 sempre tramite macOS, che ha richiesto circa tre ore per la sincronizzazione iniziale con i 16TB di capacità raw. La perdita di un disco per la parità riduce lo spazio utilizzabile a 12TB, ma offre quella tranquillità che in certi workflow è impagabile. Windows 11 gestisce il D4-SSD con particolare versatilità, supportando non solo volumi striped (RAID 0) ma anche spanned e persino RAID 1 nativamente – una flessibilità superiore a quella offerta quando collegato a molti NAS. È importante notare che mentre TerraMaster pubblicizzava inizialmente solo il supporto single-disk, il dispositivo offre in realtà pieno supporto RAID quando utilizzato direttamente con computer Windows o Mac.

L’unica vera limitazione emerge nell’uso con NAS di terze parti: mentre i NAS TerraMaster supportano configurazioni RAID complete via USB, altri produttori limitano i dispositivi USB a modalità single-disk, permettendo solo la creazione di “usbshares” invece di veri storage pool. Questo non è un limite del D4-SSD ma piuttosto delle implementazioni USB dei vari produttori NAS.

Un aspetto che va sottolineato è l’assenza di un controller RAID hardware dedicato. Tutto viene gestito via software dal sistema operativo, il che ha pro e contro. Da un lato, massima flessibilità e nessun lock-in proprietario; dall’altro, un leggero overhead CPU durante i trasferimenti intensivi e la necessità di ricostruire l’array se si cambia sistema operativo.

DSC TerraMaster D SSD

 

Prestazioni USB 4 40 GB/S

Le prestazioni sono il vero punto di forza del D4-SSD. Con i quattro Samsung 990 PRO in RAID 0 collegati al mio MacBook Pro via 40 Gb/s USB4, i numeri registrati sono impressionanti. Blackmagic Disk Speed Test riporta costantemente 3.257 MB/s in lettura e 3.192 MB/s in scrittura sequenziale. Questi valori si avvicinano molto al limite teorico dell’interfaccia USB4, considerando l’overhead del protocollo.

In modalità single-disk, ogni SSD raggiunge 1.608 MB/s in lettura e 1.500 MB/s in scrittura, dimostrando che il controller ASMedia ASM2464PD non introduce bottleneck significativi. Il chip supporta nativamente PCIe Gen4 x4, garantendo che anche gli SSD più veloci sul mercato possano esprimersi al meglio. La latenza è minima: nei test con file di piccole dimensioni, il comportamento è praticamente indistinguibile da quello di un SSD interno.

Un aspetto interessante emerso durante i test riguarda la scalabilità delle prestazioni. Con due SSD in RAID 0 si ottengono circa 2.200 MB/s, con tre si sale a 2.800 MB/s, e con quattro si raggiunge il plateau dei 3.224 MB/s. Questo suggerisce che il collo di bottiglia sia effettivamente l’interfaccia USB4 e non il controller o gli SSD stessi. Per workflow che richiedono prestazioni costanti nel tempo, ho monitorato la velocità durante trasferimenti prolungati: dopo 600GB consecutivi, il calo è minimo, attestandosi intorno al 5%.

La compatibilità è eccellente: il D4-SSD funziona perfettamente non solo con USB4, ma anche con Thunderbolt 3/4 e USB 3.2. Ovviamente, con interfacce più lente le prestazioni scalano di conseguenza: su una porta USB 3.2 Gen 2 mi sono dovuto accontentare di circa 1.000 MB/s, comunque rispettabili per un dispositivo retrocompatibile.

DSC TerraMaster D SSD

 

Benchmark workload reale

I benchmark sintetici sono una cosa, il mondo reale un’altra. Il primo test cruciale è stato l’ingest di 600GB di footage ProRes 4K60 dalla mia Sony FX3. Con il workflow tradizionale su SSD portatili USB 3.2, questa operazione richiedeva oltre 20 minuti. Con il D4-SSD in RAID 0, il trasferimento si è completato in poco più di 3 minuti – una riduzione dell’85% che, moltiplicata per i numerosi dump giornalieri, si traduce in ore risparmiate ogni settimana.

Il test multicam su Premiere Pro con tre stream 4K ha messo sotto stress il sistema in modo diverso. La timeline scorreva fluida come se stessi lavorando su storage interno, senza dropping di frame anche con color correction in tempo reale. L’indicatore di “media pending” di Premiere, solitamente onnipresente con storage esterno, è rimasto costantemente verde. Questo livello di reattività trasforma completamente l’esperienza di editing in mobilità.

Il backup del mio catalogo Lightroom da 200.000 RAW (circa 4TB) è stato illuminante. Non solo la velocità di trasferimento ha dimezzato i tempi rispetto al mio precedente setup, ma la generazione delle anteprime 1:1 durante l’importazione di nuovi scatti è drasticamente più veloce. File RAW da 60MP che prima richiedevano 2-3 secondi per il rendering ora si aprono istantaneamente.

I test con FIO per valutare le prestazioni 4K random hanno confermato l’eccellenza del D4-SSD anche con carichi non sequenziali. Con queue depth 32, ho registrato oltre 450.000 IOPS in lettura e 380.000 in scrittura. Questi numeri si traducono in reattività immediata quando si lavora con database di grandi dimensioni, macchine virtuali o qualsiasi applicazione che richieda accessi random intensivi. Il storage all-flash mostra qui tutto il suo vantaggio rispetto alle soluzioni ibride.

DSC TerraMaster D SSD

 

Consumi, termiche e rumore

La gestione termica del D4-SSD è stata progettata con cura. Durante i test di stress prolungati, i sensori interni hanno registrato temperature massime di 52°C sugli SSD, ben entro i limiti di sicurezza. Il sistema di raffreddamento attivo con flusso d’aria dal basso verso l’alto si è dimostrato efficace: anche dopo ore di utilizzo intensivo, il case rimane tiepido al tatto, mai scomodo da maneggiare.

Il consumo energetico si attesta sui 20W in idle e raggiunge i 38W sotto carico massimo con tutti e quattro gli SSD attivi. L’alimentatore da 60W incluso è quindi ben dimensionato, con margine sufficiente anche per SSD particolarmente energivori. La compatibilità con alimentatori standard da 12-20V è un vantaggio non da poco: ho potuto utilizzare l’alimentatore del mio monitor portatile senza problemi, eliminando un caricatore dalla borsa.

Ma parliamo del rumore, aspetto cruciale per chi lavora in ambienti audio-sensibili. TerraMaster dichiara 19dB in idle e 34dB a pieno carico, e i miei rilevamenti confermano sostanzialmente questi valori. In idle, il D4-SSD è praticamente inudibile: bisogna avvicinare l’orecchio per percepire il leggero ronzio delle ventole. Sotto carico intenso, il rumore aumenta ma rimane sempre contenuto, paragonabile a quello di un laptop in uso normale. La curva delle ventole è ben ottimizzata: non ci sono accelerazioni improvvise o cicli on/off fastidiosi, solo un aumento graduale proporzionale al carico.

Ho apprezzato particolarmente il comportamento termico durante l’uso “misto” tipico di una giornata di lavoro. Le ventole rimangono al minimo per la maggior parte del tempo, intervenendo solo durante trasferimenti massicci o rendering prolungati. Anche in estate, con temperatura ambiente di 28°C, il sistema è rimasto stabile senza thermal throttling.

DSC TerraMaster D SSD

 

Trasporto e test urti

La portabilità è uno dei punti di forza del D4-SSD, ma quanto è davvero robusto per l’uso mobile? Ho sottoposto l’unità a test realistici che riflettono le sollecitazioni tipiche del trasporto. Il test di caduta da 30cm su trolley – simulando la tipica “gestione” bagagli aeroportuale – non ha causato alcun problema. Gli SSD sono rimasti saldamente in posizione e un controllo SMART post-trauma non ha evidenziato errori o settori riallocati.

Il form factor compatto è ideale per il trasporto in borsa: occupa meno spazio di una lente fotografica e il peso contenuto non si fa sentire anche in configurazioni già pesanti. L’assenza di parti mobili oltre alle ventole è un vantaggio enorme rispetto ai tradizionali enclosure con hard disk. Durante una settimana di spostamenti quotidiani, trasportando il D4-SSD nel mio zaino insieme all’attrezzatura video, non ho riscontrato problemi di sorta.

Un test più estremo ha previsto l’utilizzo del dispositivo in auto durante la guida su strada sterrata. Mentre un NAS tradizionale avrebbe sofferto le vibrazioni, il D4-SSD ha continuato a trasferire file senza interruzioni. La verifica MD5 dei file trasferiti durante il “maltrattamento” ha confermato l’integrità al 100% dei dati.

L’unico accorgimento necessario riguarda la protezione del case dalle graffiature. L’alluminio anodizzato è resistente ma non immune ai segni del tempo. TerraMaster non include una custodia protettiva, che sarebbe stata gradita per un dispositivo pensato per la mobilità. Ho risolto con una semplice sleeve in neoprene che protegge durante il trasporto senza aggiungere ingombro significativo.

Software e compatibilità

La filosofia plug-and-play del D4-SSD si estende al software. Su macOS, Windows e Linux (testato con Ubuntu 22.04), il dispositivo viene riconosciuto immediatamente senza necessità di driver. Questa semplicità è rinfrescante in un mondo dove troppo spesso i produttori complicano inutilmente le cose con software proprietari invasivi.

Su macOS, l’integrazione è particolarmente seamless. Time Machine riconosce il D4-SSD senza problemi, permettendo di utilizzarlo come disco di backup. La funzione TRIM per SSD NVMe è supportata nativamente, garantendo prestazioni ottimali nel tempo. Ho testato anche l’uso come disco di avvio esterno per macOS: il sistema parte rapidamente e l’esperienza d’uso è indistinguibile da un SSD interno.

Windows gestisce il dispositivo con pari efficacia. Il supporto per volumi dinamici permette configurazioni RAID software flessibili, mentre Storage Spaces offre un’alternativa più moderna per chi preferisce. L’utility TPC Backupper menzionata da TerraMaster per i backup automatici su Windows funziona, anche se preferisco soluzioni più mature come Veeam o Acronis.

L’app mobile TDAS per iOS e Android è una piacevole sorpresa. Permette di backup diretto di foto e video dallo smartphone al D4-SSD quando connesso a un computer host. L’interfaccia è spartana ma funzionale: si selezionano le cartelle da sincronizzare e l’app gestisce il trasferimento in background. Utile per svuotare rapidamente la memoria del telefono alla fine di una giornata di riprese.

Sicurezza e gestione backup

La sicurezza dei dati è fondamentale per qualsiasi professionista, e qui il D4-SSD mostra luci e ombre. L’assenza di crittografia hardware è un limite per chi gestisce materiale sensibile. Si può ovviare con FileVault su macOS o BitLocker su Windows, ma una soluzione integrata cross-platform sarebbe stata preferibile. D’altro canto, l’assenza di componenti proprietari significa che in caso di guasto del case, gli SSD possono essere recuperati e letti su qualsiasi sistema compatibile.

La mia strategia di backup con il D4-SSD prevede una configurazione ibrida. Utilizzo due unità in RAID 0 per le massime prestazioni durante il lavoro attivo, mentre gli altri due slot ospitano un mirror RAID 1 per i progetti in corso. A fine giornata, un script automatizzato sincronizza il RAID 0 sul RAID 1, offrendo un primo livello di protezione. Il backup secondario avviene su cloud e su un NAS in studio.

Per workflow che richiedono maggiore sicurezza, la configurazione RAID 5 su tutti e quattro i dischi offre un buon compromesso. Si perde il 25% della capacità per la parità, ma si guadagna la possibilità di sopravvivere al guasto di un SSD. Le prestazioni calano a circa 1.600 MB/s in scrittura a causa del calcolo della parità, ma rimangono comunque superiori a qualsiasi soluzione USB 3.2.

Gli snapshot APFS su macOS sono un’arma in più contro errori umani e ransomware. Il D4-SSD li supporta perfettamente, permettendo di tornare a versioni precedenti dei file con pochi clic. La combinazione di snapshot orari locali e backup remoti notturni offre una protezione a più livelli che mi fa dormire sonni tranquilli.

Rapporto qualità/prezzo

Al prezzo ufficiale di $299.99 USD (disponibile su Amazon e sito TerraMaster), il D4-SSD si posiziona in una fascia interessante del mercato. È significativamente più economico degli enclosure Thunderbolt 4 premium che possono superare i 500€, ma più costoso delle soluzioni USB 3.2 che si trovano sotto i 100€. La domanda è: vale la differenza?

Per rispondere, bisogna considerare il valore del tempo in un workflow professionale. Se ogni trasferimento di footage richiede 20 minuti invece di 3, in una settimana di lavoro intenso si parla di ore perse. A questo si aggiunge la fluidità nel montaggio multicamera e la reattività generale che trasforma l’esperienza d’uso. Per un creator mobile che fattura a progetto, il D4-SSD si ripaga in brevissimo tempo.

Confrontato con soluzioni Thunderbolt certificate, il D4-SSD offre prestazioni equivalenti a un prezzo inferiore. La certificazione Thunderbolt comporta costi di licenza che si riflettono sul prezzo finale, mentre USB4 offre le stesse velocità senza royalty. L’unico svantaggio è la compatibilità: alcuni dispositivi più datati potrebbero avere problemi con USB4, mentre Thunderbolt 3 è universalmente supportato dal 2016.

Il costo totale di proprietà va calcolato includendo gli SSD. Con quattro Samsung 990 PRO da 4TB si superano i 1.200€ di investimento totale. Non è poco, ma per 16TB di storage ultra-veloce e portatile, la proposta rimane competitiva. L’alternativa sarebbe un array di SSD portatili individuali, più economici ma infinitamente meno pratici e performanti.

Pro e contro

Pro:

  • Prestazioni eccezionali fino a 3.257 MB/s in RAID 0
  • Design compatto e robusto ideale per la mobilità
  • Silenziosità notevole con soli 19dB in idle
  • Compatibilità universale senza necessità di driver
  • Supporto RAID software flessibile su tutti i sistemi operativi
  • Gestione termica efficace anche sotto stress prolungato

Contro:

  • Assenza di sistema toolless per installazione SSD
  • Nessuna crittografia hardware integrata
  • Superficie attrattiva per impronte digitali
  • Manca una custodia protettiva per il trasporto
  • Supporto RAID hardware limitato ai soli NAS TerraMaster
  • Documentazione e community da migliorare

Conclusione

Dopo dieci giorni di utilizzo intensivo, il TerraMaster D4-SSD ha conquistato un posto fisso nel mio setup mobile. Non è perfetto – l’installazione degli SSD potrebbe essere più moderna e alcune funzionalità enterprise mancano – ma per il target di riferimento centra perfettamente l’obiettivo. Video maker, fotografi e content creator che necessitano di storage veloce e affidabile in movimento troveranno nel D4-SSD un alleato prezioso.

La combinazione di prestazioni USB4, design compatto e flessibilità RAID lo rende ideale per workflow che richiedono velocità senza compromessi. Il salto prestazionale rispetto alle soluzioni USB 3.2 è abissale e trasforma completamente l’esperienza di lavoro con file di grandi dimensioni. Chi viene da setup con hard disk meccanici rimarrà semplicemente sbalordito dalla reattività.

Guardando al futuro, sarebbe interessante vedere TerraMaster implementare il supporto USB4 Gen 4 quando sarà disponibile, portando le velocità teoriche a 80 Gb/s. Nel frattempo, il D4-SSD rappresenta lo stato dell’arte attuale per chi cerca il massimo delle prestazioni in un formato trasportabile. Se il vostro lavoro dipende dalla velocità di accesso ai dati e la mobilità è essenziale, difficilmente troverete di meglio a questo prezzo.

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La Nostra Valutazione

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