Una svolta concreta nella lotta alla pirateria online è arrivata lo scorso 23 maggio. Ovvero quando l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha condotto un test sperimentale in collaborazione con Google. L’azione è avvenuta in occasione dell’ultima giornata di Serie A, un momento sensibile per la trasmissione non autorizzata di contenuti sportivi. L’obiettivo era quello di bloccare, attraverso i DNS pubblici forniti da Google, l’accesso a siti illegali segnalati in tempo reale.
Pirateria digitale e DNS: il blocco automatico diventa realtà
La base normativa di riferimento è la legge n. 93 del 2023, meglio nota come legge antipirateria, che si affianca al regolamento europeo DSA (Digital Services Act). Il meccanismo testato è stato reso possibile grazie alla piattaforma Piracy Shield, strumento attraverso cui i titolari dei diritti possono segnalare violazioni digitali in modo rapido e tracciabile.
Google ha risposto immediatamente, applicando i blocchi richiesti. Durante la sperimentazione, le risorse online che trasmettevano illegalmente contenuti sono state rese inaccessibili attraverso l’intervento sui DNS. Per Agcom, si tratta di un “passo avanti rilevante” nella lotta alla pirateria digitale, soprattutto in ambiti come lo sport in diretta, in cui la diffusione non autorizzata è più frequente. Secondo i dati ufficiali, la piattaforma Piracy Shield ha già permesso il blocco di 55.504 elementi pirata. Si contano 44.602 nomi di dominio e 10.902 indirizzi IP già oscurati. Un’azione precisa che dimostra come la tecnologia possa supportare le autorità nel difendere i contenuti protetti da copyright.
Agcom sottolinea che il percorso continuerà con il coinvolgimento di altri fornitori digitali. Il modello testato con Google è considerato replicabile ed estendibile a tutte le realtà che offrono DNS pubblici o servizi web collegati. Insomma, tale esperimento rappresenta un esempio di integrazione efficace tra strumenti di segnalazione nazionali e infrastrutture tecnologiche globali. Un segnale chiaro che la battaglia contro la pirateria non è più affidata solo alla repressione legale, ma anche all’unione tra tecnologia e istituzioni.