Tra le luci dell’Xbox Game Showcase, una rivelazione ha lasciato il pubblico senza fiato. Resonance: A Plague Tale Legacy, prequel della serie Asobo, promette un’avventura intensa e viscerale. Ambientato 15 anni prima degli eventi di Innocence, il gioco si allontana dai protagonisti conosciuti per raccontare una storia nuova. Al centro dell’azione c’è Sophia, giovane predatrice in fuga, costretta a confrontarsi con un passato che non smette di inseguirla. L’uscita è prevista nel 2026 su Xbox Series X|S, PlayStation 5 e PC via Steam. Già confermata anche la disponibilità al day one su Xbox e PC Game Pass. Il primo trailer, rilasciato in occasione dell’annuncio, svela scorci inquietanti e un’atmosfera densa di mistero.
L’Isola del Minotauro nasconde più di un mito
Il viaggio conduce Sophia su un’isola dimenticata, terra di leggende e trappole mortali. Si dice che tra le sue rovine giaccia un tesoro sepolto, ma ciò che attende la protagonista va ben oltre l’oro. Percorsi tortuosi, enigmi intricati e combattimenti serrati si alternano a fughe disperate da un esercito implacabile. Ogni angolo dell’isola cela un frammento di una maledizione antica, un’oscurità che osserva nell’ombra. La tensione cresce a ogni passo, e nulla è come sembra. Che cosa si nasconde davvero sotto la pietra e il sangue? Cosa lega quella terra al futuro di un’intera stirpe?
Resonance: a Plague Tale Legacy, viaggi nel tempo, eredità e battaglie impossibili
Il fulcro di Resonance è il viaggio temporale, che permette a Sophia di attraversare secoli diversi, passando dal Medioevo fino alla remota epoca minoica. Queste fratture nel tempo non sono solo illusioni: gli echi del passato influenzano il presente, alterando eventi e scontri in modo inatteso. Il sistema di gioco fonde azione, esplorazione ed enigmi in un equilibrio spietato, dove ogni scelta ha un peso e ogni passo può essere l’ultimo. Emergono così due destini intrecciati, due eroi separati dai secoli ma uniti da un’eredità oscura, quella della Macula, sempre più viva e misteriosa. È davvero possibile fuggire da ciò che si è stati? Oppure ogni battaglia è solo un cerchio che si chiude?